Democrazia

La ‘sequenza’ Biden/Harris dimostra inconfutabilmente come la sbandierata procedura Caucus/Primarie che dovrebbe dare al popolo la possibilità di scegliere i candidati, in particolare in campo democratico, non conti assolutamente niente.
Joe Biden, reduce da risultati elettorali imbarazzanti (meno dell’uno per cento, non tra tutti gli elettori ma tra i simpatizzanti del partito, in Iowa), fu raccolto col cucchiaino da Barack Obama (che aveva bisogno di un paravento bianco) nel 2008 e Kamala Harris, in precedenza costretta a rinunciare alla corsa per la Nomination perché non la voleva nessuno, è stata miracolata da Biden (che a sua volta necessitava di qualcuno che rappresentasse le donne e le minoranze etniche) nel 2020 e ancora di più con l’endorsement oggi.
Del voto popolare chi se n’è fregato?
Poi, il ‘figlio prediletto’ quasi dinasticamente selezionato viene messo in campo ed affronta ‘il lupo cattivo’, come è rappresentata a suon di servizievoli e mutevoli (prima tutti con Biden poi tutti contro: non avevano capito niente?) media l’alternativa (che qualche volta invero ci mette del suo).
Guardando ad altre ‘democrazie’, in Francia governa e fa quel che gli pare un tale che ha preso al momento della verità (e non dopo, dovendo difendere il mondo libero in pericolo da una ‘orchessa’) suffragi pari a circa il venti per cento degli aventi diritto al voto.
Detto che è ora che il sistema della selezione dei candidati partitici USA cambi (e che non accadrà), in generale
“nessuno è meno democratico di un Democratico” (attenti alle iniziali minuscole e maiuscole) dovunque nel mondo! Buon divertimento.

24 luglio 2024