11 settembre, non certo la prima volta in cui gli USA sono attaccati sul loro territorio

Dopo l’11 settembre (inutile aggiungere “del 2001” tanto quella data è incisa nella mente di tutti noi), in coro e in tutto il mondo, si affermò che era “la prima volta dalla fine della Guerra di Indipendenza che gli Stati Uniti d’America venivano attaccati sul loro territorio”.
Giustamente, i più attenti aggiungevano che Pearl Harbor (7 dicembre 1941) a tal fine non contava non essendo all’epoca le Hawaii uno Stato USA.
Ora, per la verità storica, gli States, in quel tragico giorno, venivano invece attaccati al loro interno da nemici per la terza volta.
I due obliatissimi precedenti risalgono il primo al 24 agosto 1814 e il secondo al 9 marzo 1916.
E valga il vero:

24 agosto 1814, nel pieno della Guerra del 1812 (combattuta contro gli Inglesi e che, malgrado tale definizione si svolgerà dal 1812 al gennaio del 1815 e della quale ho ampiamente trattato altrove), le truppe nemiche conquistarono addirittura la capitale Washington che misero a ferro e fuoco.
Il presidente James Madison fu preso alla sprovvista e si diede alla fuga poco prima di sedersi a tavola per la colazione.
Colazione che fu degustata dai conquistatori.

9 marzo 1916, alla testa di un nutrito gruppo di uomini, Pancho Villa ‘conquista’ la cittadina di Columbus, nel New Mexico, causa distruzioni e un certo numero di morti.
Verrà per questo successivamente ricercato dall’esercito USA – spedizione comandata dal Generale John Pershing – che per la bisogna, invano, permarrà a lungo nel Nord del Messico senza mai individuarlo.

2 marzo 2024