1913, l’anno nel quale si decide l’elezione diretta dei Senatori da parte del popolo
Elezione da parte dei Legislativi locali.
A sottolineare il federalismo.
La faccenda funzionò per un buon lasso di tempo.
Poi, qualche Stato cominciò a deliberare differentemente e a stabilire che fosse l’elettorato a decidere, quantomeno selezionando i candidati con le Primarie.
Poco per volta, ad arrivare al primo decennio del Novecento, addirittura trentatre gli Stati che avevano cercato su questa via di dare voce direttamente al popolo.
Fu nel 1913, con un Congresso in mano democratica (conseguenza delle elezioni del 1912 che avevano visto il partito repubblicano diviso tra l’uscente William Taft e il ‘cavallo di ritorno’ Theodore Roosevelt), che il XVII Emendamento fu approvato per immediatamente essere ratificato (addirittura da quarantuno Stati, cinque più del necessario) ed entrare in vigore il 31 maggio.
Disponeva il nuovo testo che da quel momento in avanti i Senatori sarebbero stati eletti dai cittadini.
Nessuna mutazione relativamente al numero dei Senatori (due per ogni Stato), alla durata del mandato, alla divisione in tre classi chiamate al rinnovo alternativamente, sul diritto al voto individuale…
La prima successiva votazione ebbe luogo il 3 novembre 1914.
Occorsero altre due elezioni (nel 1916 e nel 1918) perché i novantasei Senatori (Alaska ed Hawaii entreranno nell’Unione solo quarantasei anni dopo) fossero tutti, come da allora sono, espressione della volontà popolare.