2020, una situazione senza precedenti (per via di Trump!)
Sì fa presto – si è senza dubbio nel vero e basti guardare all’epidemia – a dire che le Presidenziali 2020 non hanno precedenti.
Non ne hanno anche e inoltre perché mai come in questo caso il voto è stato assolutamente e del tutto concentrato sul Presidente in carica.
Sul giudizio che se ne dà.
Dal dopoguerra – per limitare il campo – nessuno tra i Capi dello Stato in cerca di rinnovo era personalmente tanto contestato e esposto.
Non così ovviamente Dwight Eisenhower rieletto senza colpo ferire nel 1956.
Non, perfino, Richard Nixon che cavalcava l’onda dei successi in politica estera e i cui serissimi guai erano nel 1972 di là da venire.
Addirittura, si può sostenere fosse, malgrado la questione iraniana, meglio messo anche Jimmy Carter cui toccò la sfortuna di doversi confrontare con Ronald Reagan (si vuole forse paragonare quanto a carisma Joe Biden con quel treno di Ronnie?).
Travolgente, di più, nell’84 quest’ultimo, perse certamente il primo Bush nel 1992 ma per l’imprevedibile discesa in campo di Ross Perot.
Tranquillo il 1996 di Bill Clinton.
In fondo altrettanto sia il 2004 (i guai e le critiche più feroci vennero dopo) di George Walker Bush che il 2012 di Barack Obama.
È, come detto in premessa, proprio Donald Trump il solo Presidente sotto scacco personalmente, prescindendo dal nome del rivale (non vorrei esagerare, ma al posto di Biden potrebbe esserci un qualunque democratico e la faccenda non cambierebbe).
La cosa – ripetiamo – rende ultra speciale una campagna che già di per sé sarebbe unica.
Fossi in Trump, sarei orgoglioso di essere tanto assolutamente speciale!