Pronti. Via. E scatta Kamala Harris

Avete presente la partenza delle tappe di un Giro, quando, appena abbassata la bandierina, qualcuno se la da’ a tutta? Può essere che la sortita prenda corpo. Succede quando i frilli lasciati liberi guadagnano minuti che poi – salvo si tratti della mitica ‘fuga bidone’ – mano, mano perdono per venire infine risucchiati dal gruppo in vista della volata o sorvolati dai big sulle rampe più o meno conclusive.
Fatto è che in una corsa a tappe contano, infinitamente di più della iniziale brillantezza quasi sempre saltuaria, la resistenza, la sopportazione della fatica quotidiana, la squadra.
Ecco, rubando l’immagine al ciclismo e considerando le presidenziali americane una durissima, assai lunga competizione, la da tutti sottolineata con entusiasmo o preoccupazione (dipende dai versanti) partenza a scatto di Kamala Harris una volta ricevuto l’endorsement da Joe Biden non ha nulla di straordinario.
Ha la Vicepresidente raccolto adesioni e denari come ogni volta invariabilmente accade in simili circostanze.
Cominceremo ad inquadrare la sua performance fra qualche tempo una volta assaggiata la reale consistenza della pedalata, la gagliardia, le capacità di recupero.
Stando invero ai mediocri precedenti (nel 2020, restando al ciclismo, fu costretta a scendere di sella praticamente appena dopo il via), si deve dubitare.
Hai visto mai che invece sia uno di quei campioni tardivi (dato che è americana, come Chris Horner) che vincono da vecchi (“per carità, Signora, mi scusi, sportivamente parlando”)?

23 luglio 2024