Adlai Stevenson II – grand’uomo e pessimo candidato – uno e due
La vita pubblica è costata decisamente parecchio ad Adlai Stevenson II.
Aristocratico, democratico (per questo apparentato dai superficiali a F. D. Roosevelt) e invero conservatore, la moglie ne aveva sopportato le idee liberali fin quando, forzato e incerto, non entrò nell’agone, divorziando dipoi ‘per incompatibilità politica’ (non si vede come altrimenti definirla).
Uomo di notevolissime capacità intellettuali e di ottimo livello culturale, complesso, pessimista, era assolutamente conscio della inadeguatezza della ‘democrazia’ così come vissuta e praticata.
Sua una delle più significative rappresentazioni al riguardo.
Aveva Adlai (allora Governatore dell’Illinois) appena terminato un pubblico discorso quando una Signora gli si avvicinò per dirgli:
“Governatore, tutte le persone intelligenti voteranno per lei”, alla quale amaramente e lucidamente rispose:
“Non basterà, Signora.
Occorre la maggioranza”.
Pessimo candidato, temendo l’inadeguatezza dei ghost writers, si ritirò per tre giorni a Springfield per scrivere un discorso mentre i comitati elettorali democratici lo reclamavano.
Sconfitto nettamente dal Generale Dwight ‘Ike’ Eisenhower, repubblicano già Comandante delle Truppe Alleate, nel 1952, vinse in soli nove Stati, pressoché tutti raccolti nella parte del Sud ancora ai tempi fedele all’asinello, per quanto allettato fosse dalla sirena Eisenhower.
Erano: Alabama, Arkansas, Georgia, Kentucky, Louisiana, Mississippi, North Carolina, South Carolina e West Virginia.
Era stato alla Convention democratica del ‘52 appoggiato decisamente dall’ex Presidente Harry Truman.
Lo stesso gli preferiva invece nel 1956 Averell Harriman, Governatore del New York.
Ottenuta ciò malgrado una seconda investitura, contro natura, cercò di rappresentarsi popolare, alla mano, diluendo per quanto possibile l’ironia e il sarcasmo che lo caratterizzavano.
Credette incredibilmente di poter rovesciare il tavolo, di buttare per aria le carte.
Soffrì molto la nuova e più bruciante sconfitta.
Tre degli Stati del ‘52 (Kentucky, Louisiana e West Virginia) lo abbandonarono certamente non compensati dal conquistato Missouri.
Scrive Raymond Cartier: “La Casa Bianca richiede il cinque per cento di intelligenza e il novantacinque di decisione.
Adlai Stevenson invertiva i due fattori”.
Sarebbe stato un Presidente dubbioso e tormentato.
Con ogni probabilità (per quanto…) un bene per gli Stati Uniti che le porte di White House non si siano aperte davanti a lui.