Arma potente, la politica estera. Non sempre, invero
Allorquando, come certamente accadrà nel 2020, il Presidente USA in carica cerchi di ottenere un secondo mandato grande importanza ha la conduzione della politica estera dalla sua amministrazione attuata.
Straordinario, per dire e ovviamente in senso positivo, l’impatto sulle vicine elezioni novembrine della storica visita di Richard Nixon in Cina nel febbraio 1972.
All’opposto, sempre per fare un esempio, assolutamente negativa – fu travolto nel 1980 da Ronald Reagan – per Jimmy Carter la crisi iraniana (gli ostaggi americani lungamente in mano in quel di Teheran a rivoluzionari studenti seguaci della linea khomeinista).
Naturalmente, in merito alla situazione mondiale e alle relazioni internazionali, lo sfidante può solo parlare, non certamente agire.
Ecco, quindi e conseguentemente, come e quanto l’attività messa in essere da Donald Trump in questo ambito risulti importante ai fini elettorali.
Oggi, ha il tycoon annunciato una svolta positiva nelle relazioni commerciali con la Cina.
Gli avversari?
Guardano e – per quanto certamente sia impossibile ammetterlo ed occorra dire il contrario – sperano (nel caso specifico e in genere) che qualcosa vada male.
In un passo falso.
C’est la vie!