“Chi dice oggi che Trump non può vincere molto probabilmente diceva che non avrebbe mai avuto la nomination”
Rubo la frase del titolo a un articolo apparso online su Il Post.it, un articolo evidentemente vergato da qualcuno che accoglierebbe la vittoria novembrina di Donald Trump con le lacrime agli occhi.
Un pezzo, peraltro, che in queste righe sottolinea come dal primo momento ed ancora oggi gli osservatori e i media in generale non abbiano capito un acca al riguardo.
Eppure, i segni, a livello americano e internazionale, erano e sono molteplici.
Evidente la rottura oramai universale nell’Occidente cristiano di schemi e abitudini politico/elettorali che la gente non vuole, non sopporta più.
Evidente l’enorme influsso che l’immigrazione con le connessioni e le conseguenze collegate ha avuto, ha e sempre maggiormente avrà.
Evidente la crisi della poltiglia, della melma ideologica del da molto tempo dominante politically correct.
Evidente, soprattutto, la constatata incapacità delle classi politiche al governo di risolvere i problemi.
Evidente per la gente, per gli elettori.
Non per i media, in mano a incanutiti (anche i pochi giovani tali si dimostrano) signori legati a idee, ideologie e politiche antiche, sorpassate, perdenti al cospetto della realtà!