‘Electability’
Ove ‘Electability’ significasse solo ‘eleggibilità’ quanto alla Presidenza USA potremmo trattarne in poche righe.
È difatti ‘electable’ (‘eleggibile’) secondo il disposto della Carta Costituzionale una persona che abbia i seguenti tre requisiti: sia cittadino dalla nascita, abbia risieduto negli States per almeno quattordici anni e abbia compiuto i trentacinque anni d’età.
In effetti, però ed invece, il concetto fa riferimento a molto altro.
Guardando al passato, per un primo esempio, nel 1928 il democratico Alfred Smith possedeva assolutamente i requisiti richiesti ma, data la situazione, era nei fatti del tutto ineleggibile.
La sua appartenenza religiosa (era cattolico), nello specifico momento storico sociale culturale, lo palesava come improponibile e difatti fu rovinosamente demolito.
Ancora, nel 1932, un Franklin Delano Roosevelt che si fosse proposto quale in effetti era (un poliomielitico costretto sulla sedia a rotelle) senza ‘mascherarsi’ quali effettive chance avrebbe avuto?
E ancora, ancora, il reverendo Jesse Jackson nel 1984 e quattro anni dopo non vide forse la sua corsa fortemente trattenuta dal fatto di essere un nero?
L’handicap nel 1932, il colore della pelle nel 1984/1988 come l’appartenenza religiosa nel ‘28 rendevano ineleggibili.
Le stesse situazioni, decenni dopo – si guardi a Kennedy e ad Obama – non ostacolavano più.
Difficile poi anche capire se davvero un candidato sia in questo senso eleggibile o meno.
Tra Hillary Clinton e Donald Trump chi era a detta di tutti il candidato che nella situazione ‘doveva’ vincere se non la prima?
Chi quello improponibile se non il tycoon?
Tutto ciò detto, può sembrare restrittivo arrivare alla conclusione che ora espongo ma che corrisponde al vero: eleggibile è chi in effetti vince!