Il candidato d’onore
Capita – in particolare quando un Presidente in carica e in cerca di un nuovo Mandato sia con evidenza difficilmente battibile – che il partito avverso, quasi inavvertitamente palpando per così dire l’aria che tira, candidi un proprio esponente certamente di spicco, d’onore, ma in qualche modo sorpassato.
Destinato pertanto a perdere, anche se assai dignitosamente.
(Non, come quando semplicemente proponga l’uomo sbagliato e il malcapitato venga travolto).
Guardando a un passato abbastanza lontano, Theodore Roosevelt imperversante, per dire, un Alton Parker (1904).
Ad anni più recenti, opponendolo a Bill Clinton, un Bob Dole (1996).
Nel caso, l’incumbent vince con relativa facilità.