Il ‘peso’ dell’Ohio
15 marzo 2016.
Certo, oggi si vota in Florida, che assegna un numero incredibile di delegati.
Certo, si vota in Stati significativi come l’Illinois.
Si va alle urne in Arizona e in Missouri.
Ma è all’Ohio che occorre guardare.
In prospettiva.
Dal 1948 al 2012, infatti e con la sola eccezione del 1960 (gli elettori locali preferirono Nixon mentre a livello nazionale, come tutti sanno, prevalse Kennedy), il candidato che nella general election vince in quello Stato conquista la Casa Bianca.
Certo, oggi non si vota per atterrare a Washington ma solo in prospettiva.
Ma se per caso il governatore John Kasich – rimasto invero in corsa per la nomination GOP solo per riuscire a conquistare il suo Ohio – uscisse vincitore dalle urne si potrebbe a cuor leggero dipoi escluderlo dal ticket ?
E se per caso Bernie Sanders riuscisse a sconfiggere colà la rivale Hillary i giochi in casa democratica potrebbero riaprirsi?
Occorrerà, ovviamente, guardare al ‘combinato disposto’ e cioè a tutti i risultati di questo ‘mini supermartedì’, ma, come detto, con un occhio particolare, all’Ohio.