La Corte Suprema USA organo imparziale? Quando mai?
Incredibile davvero che da più parti, a sinistra – a seguito della morte di Ruth Bader Ginsburg, paventando una nomina a tamburo battente del successore ad opera di Donald Trump e dei repubblicani in maggioranza al Senato – si stia favoleggiando di una mai invero esistita imparzialità dell’Organo, imparzialità che verrebbe lesa ove lo schieramento maggioritario nel suo ambito si spostasse ulteriormente a destra.
Da sempre infatti, da quando l’unico Capo dello Stato eletto appartenente al partito federalista John Adams – sconfitto da Thomas Jefferson e in procinto di lasciare l’Executive Mansion – nel gennaio del 1801, con una famosa e importantissima ‘nomina di mezzanotte’ ne indicò il Presidente nel suo Segretario di Stato John Marshall facendo in modo che le idee del proprio sconfitto (e in dissoluzione) movimento fossero portate avanti fortemente influenzando la politica e la società USA per decenni, si è constatato che così non è.
Di più, che dato il meccanismo di nomina dei suoi membri tutti, non potrebbe essere.
È difatti la scelta, assolutamente e senza nascondimenti, una questione politica, ovviamente in quanto tale di parte.
L’iter prevede l’indicazione del prescelto ad opera del Presidente (non appartiene questi obbligatoriamente ad un partito?) e la successiva ratifica del Senato (nel quale siedono esponenti di partito, no?)
È pur vero che nel caso in cui l’inquilino di White House e la maggioranza dei Senatori siano schierati sotto differenti bandiere si cerchi necessariamente un compromesso restando peraltro in ogni caso la designazione in mano presidenziale.