La successione del Vice Presidente
Fu nel 1841 che si propose per la prima volta la questione.
Entrato in carica il 4 marzo, il Presidente William Harrison passò a miglior vita esattamente un mese dopo, il 4 aprile.
Vice eletto John Tyler.
Dovette costui sudare le proverbiali sette camicie per ottenere il riconoscimento ufficiale del suo diritto al subentro.
Non pochi, difatti, nella circostanza, pensarono fossero necessarie nuove elezioni.
Altri a riconoscergli solo il titolo di “Vice facente funzioni di Presidente”.
Superate le resistenze, Tyler – anche per questo decisamente travagliato – governò.
È peraltro fino al 1967 – quando, finalmente, un Emendamento regolò la situazione – che in merito alla successione le idee risultarono insoddisfacenti anche perché allorquando il Vice subentrava al Capo dello Stato o moriva non veniva sostituito se non nelle successive elezioni (molti, quindi, i casi di vacanza della figura vicaria).
Dal citato 1967 (e si ebbe presto una applicazione della norma con Gerald Ford), la sostituzione del Vice avviene per designazione del Presidente approvata dal Congresso.
Per la doverosa completezza, il citato Ford, succeduto al Vice Spiro Agnew, diventerà dipoi – l’8 agosto 1974 – l’occupante di White House a seguito delle dimissioni di Richard Nixon.
È ancora, sarà l’uomo di Omaha stesso a scegliere attraverso lo stesso iter il suo Vice, Nelson Rockfelker.