L’effimera carriera politica di Shirley Temple
Parlando di possibili sfidanti di Donald Trump nell’ambito del proprio partito sarà bene sottolineare che nessun Presidente, per quanto in spolvero e sulla cresta dell’onda, ricandidandosi, lo ha potuto fare senza una sia pure minima opposizione interna.
Il californiano ad oggi ancora vivente (novantuno anni) Pete McCloskey ne è un esempio.
Ne parliamo sì per essersi come detto opposto invano (nel 1972) ad un Capo dello Stato – Richard Nixon – reduce da un successo internazionale davvero storico (l’apertura alla Cina Popolare di Mao), ma anche per avere egli spento sul nascere le ambizioni politiche di una vera star hollywoodiana, Shirley Temple.
Bambina prodigio, Shirley aveva abbandonato lo schermo nel 1950 a soli ventidue anni mantenendo comunque una incredibile notorietà.
Repubblicana di idee e sentimenti, probabilmente spronata dal successo recente dell’allora nuovo Governatore della California Ronald Reagan, suo ex collega, nel 1967, si candidò alle primarie GOP per ottenere la possibilità di arrivare a Washington come Rappresentante.
Perse dal predetto Pete McCloskey (poi eletto), un professore di diritto che ne stroncò quindi sul nascere la carriera.
Troverà Shirley una qualche compensazione in campo diplomatico (ambasciatore prima in Ghana e poi in Cecoslovacchia) nonché diventando la prima donna a ricoprire il prestigioso incarico di Capo del Protocollo USA.
Ma niente più politica.