New Hampshire 1952: raggiunge la maturità il ‘sistema Primarie’
Entrato in vigore nel 1951, il Ventiduesimo Emendamento alla Costituzione americana, nel mentre poneva il famoso limite di due alle possibili elezioni presidenziali, stabiliva anche che altrettale limite dovesse esistere nei confronti di un Vice Presidente che avesse esercitato le funzioni di Capo dello Stato in luogo del predecessore per più di due anni.
In buona sostanza, a questo riguardo, da quel momento, se il Vice subentra – causa mortis o causa dimissioni o a seguito del compimento della procedura di impeachment – nel primo biennio del mandato del Presidente del quale esercita il vicariato è ai fini elettorali parificato al Presidente eletto due volte e non può riproporsi.
La parte conclusiva della disposizione diceva però che la stessa non poteva valere nei confronti dell’inquilino di White House a quel momento in carica, il quale – vuole il caso – si trovava esattamente in condizioni tali da non potersi nuovamente candidare ai sensi del precitato testo.
Fu per tale eccezione che Harry Truman, al comando dal 12 aprile 1945 allorquando era succeduto a Franklin Delano Roosevelt poco più di un mese dopo l’entrata in carica dello stesso e rieletto nel 1948, provò nel 1952 a ricandidarsi.
Come in altra occasione scritto, il ‘sistema Primarie’ – messo in pratica a livello locale per la prima volta nel Wisconsin governato da Robert La Follette agli inizi del Novecento – fu parzialmente adottato per la scelta dei delegati alla Convention dai repubblicani nel 1912 con esiti assolutamente deludenti (il vincitore delle stesse – Theodore Roosevelt – non ottenne la nomination, uscì dal partito, corse come ‘terzo’, arrivò secondo battendo l’uscente William Taft quando Presidente, proprio a causa della divisione, divenne il democratico Woodrow Wilson).
Vissuto con qualche stentatezza, il meccanismo arrivava a maturazione (furono i risultati a dimostrarlo) nel 1952.
L’11 marzo il giorno epocale (lo si giudicò dipoi tale) fissato ad aprire danze e competizione per il voto nel New Hampshire.
In casa GOP, nella circostanza, prevalse – non gli accadrà sempre nei successivi e vicini confronti ma fu politicamente assai significativo – il Generale Dwight Eisenhower (che a novembre sarà eletto) sul capo storico dell’ala conservatrice del partito Senatore Robert Taft.
In casa democratica, un riluttante (nelle memorie scriverà che in verità aveva già deciso in precedenza di uscire di scena) Harry Truman fu chiaramente battuto dal Senatore del Tennessee Estes Kefauver.
Vista la mala parata, Truman lasciò perdere e pose fine a quel momento ad una carriera davvero eccezionale che lo aveva visto nascere politicamente come manutengolo del boss missouriano Tom Pendergast, crescere nel tempo e infine esercitare magnificamente la massima carica alla quale era arrivato quasi per caso.