Non solo Guam. Altri territori ‘americani’ nel Pacifico
La sconfitta subita dalla Spagna – nella cosiddetta ‘Guerra Ispano Americana’ – tra aprile e agosto 1898 portò, con il conseguente (a dicembre dello stesso anno) ‘Trattato di Parigi’, all’indipendenza di Cuba e alla cessione agli Stati Uniti d’America di larga parte delle restanti colonie spagnole nei Caraibi (Puerto Rico) e nel Pacifico (Guam e Filippine).
“Di larga parte” ho scritto, poiché alle dipendenze di Madrid – economicamente fortemente onerose – restavano le Isole Caroline, le Isole Marianne e Palau.
Furono questi possedimenti ceduti alla Germania con il ‘Trattato Tedesco Spagnolo’ firmato il seguente 12 febbraio 1899.
Si univano, quelle Terre, al già esistente (dal 1884) ‘Protettorato della Nuova Guinea (appunto) Tedesca’ – una parte della grande isola e alcune minori vicine – a formare l’effimero ‘Impero Coloniale Oceanico’ dipendente da Berlino.
(Effimero, in quanto, colà come altrove – i possedimenti germanici africani, per dire – passeranno a differenti amministrazioni con il ‘Trattato di Versailles’).
Per inciso, memoria incredibile di quei lontani anni, oggi, in particolare nella Nuova Britannia (Nuova Pomerania, ai tempi), un centinaio di persone bilingui parlano ancora il ‘Creolo Tedesco di Rabaul’, o ‘Unserdeutsch’.
Ebbene, finita la ‘Seconda Guerra Mondiale’, in modi diversi, per mezzo di cambiamenti conseguenti a ratifiche di accordi con Washington o di locali Costituzioni, tutte queste Terre hanno avuto (ed hanno) a che fare con gli Stati Uniti d’America.
Peraltro, contrariamente a Guam (della cui presenza nel processo elettorale americano abbiamo appena parlato), non intervenendo in alcun modo al riguardo.
Nota aggiuntiva.
In ragione del fatto che una dei candidati alla nomination democratica 2020 era nativa delle Samoa Americane (si tratta di Tulsi Gabbard) la gente ha appreso che anche quel lontano arcipelago del Pacifico ha a che fare con Washington.
È difatti quello con capitale Pago Pago un ‘Territorio non incorporato’ a propria volta e si è colà votato nell’ambito delle recenti Primarie.
Per la storia, tra gli Asinelli vinse Michael Bloomberg e da noi (solo in italiano si può giocare su queste parole) si fece dell’ironia: aveva il miliardario prevalso proprio a Pago Pago.