Trump cerca un secondo mandato: i precedenti
I repubblicani sconfitti dai democratici nel tentativo di ottenere un secondo mandato non sono pochi.
Candidati in contrapposizione agli Asinelli dal 1856, gli Elefantini hanno visto perdere il loro incumbent
– nel 1892, quando Benjamin Harrison fu defenestrato da Grover Cleveland
– nel 1912, e nella circostanza fu William Taft ad essere sconfitto da Woodrow Wilson (terzo e determinante incomodo il redivivo Theodore Roosevelt)
– nel 1932, quando Herbert Hoover, azzoppato dalla tremenda crisi economica deflagrata nel ‘29, fu demolito da Franklin Delano Roosevelt e
– nel 1992, nel momento in cui Bill Clinton ebbe la meglio su George Herbert Bush (terzo e decisivo concorrente Ross Perot)
(La sconfitta alla quale è andato incontro Gerald Ford nel 1976 è da considerare a parte, riguardando un Vice Presidente non eletto – caso unico nella storia – ma nominato in sostituzione di un vicario dimissionario e dipoi subentrato a White House ancora a seguito di dimissioni, questa volta del titolare.
Il tutto Scandalo Watergate ancora imperante).
Tra i democratici (Martin Van Buren fu il primo tra loro ad essere costretto a traslocare ma si era nel 1840 e i repubblicani nacquero quattordici anni dopo) medesima sorte è toccata solamente a
– Grover Cleveland nel 1888 (comunque capace di rivincere quattro anni dopo) e
– Jimmy Carter nel 1980.
Credesse Donald Trump alla cabala, potrebbe essere confortato dal fatto che tutte le ‘vere’ sconfitte GOP sono addebitate a tornate elettorali con finale 2 (1892, 1912, 1932, 1992) e che l’anno che va ad iniziare ha di contro la finale 0.
(Esiste – meglio, esisteva, non avendo più avuto effetto dal 1980 – la ‘maledizione dell’anno zero’, ma questa è tutta un’altra storia).