Wisconsin no, Pennsylvania sì: come è possibile
Difficile, apparentemente, raccapezzarsi.
Allora, dopo che pochi giorni fa la Corte Suprema aveva respinto un ricorso dei repubblicani relativo alla Pennsylvania confermando che nello Stato con capitale Harrisburg devono essere ritenuti validi e conteggiati i voti postali ricevuti fino a 72 ore dopo il programmato 3 novembre, ha bocciato la analoga (unica apparente differenza: 6 anziché 3 i giorni) richiesta democratica riguardante il Wisconsin, laddove, invece, non sarà possibile prendere in considerazione le schede ricevute dopo l’Electoral Day.
La ragione è stata così spiegata dal Presidente Roberts, decisivo in entrambe le circostanze e schierato la prima volta per il prolungamento e la seconda contro:
“Different bodies of law and different precedents govern these two situation and require, in these particular circumstances that we allow the modification of election rules in Pennsylvania but not in Wisconsin”.
Come in molte occasioni in precedenza rilevato e non va mai dimenticato, le norme e le procedure nel tema e in materia elettorali (fin dalla decisione del Maine e del Nebraska di non adottare il ‘winner takes all method’ nella determinazione dei Grandi Elettori) sono di competenza locale e, come assai correttamente rilevato dal Chief of Supreme Court, possono tranquillamente divergere.
Gli USA sono uno Stato federale.
Vogliamo ricordarlo e tenerne conto?