Gli sconfitti: Thomas Dewey, perdere dopo avere creduto di vincere
Originario del Michigan, figlio di un portalettere, baritono di belle speranze, laureato in legge, arrivato nella Grande Mela, Thomas E. Dewey, entrato in politica con il Grand Old Party, si mise in luce quale grande persecutore del crimine organizzato e della malavita e a soli quarant’anni fu trionfalmente eletto Governatore dello Stato di New York.
Nel 1944, un partito repubblicano in cerca di un avversario credibile per Franklin Delano Roosevelt, che chiedeva agli Americani un quarto mandato, gli conferì la Nomination.
Dewey perse (come ci si aspettava), ma riuscì a ridurre notevolmente la maggioranza del Presidente del New Deal sia in termine di voti popolari che di Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni essendo loro specifico compito eleggere in Presidente), la qual cosa gli procurò una seconda candidatura quattro anni dopo.
I sondaggi lo indicavano come il netto favorito, ma Harry Truman – per nulla intenzionato a lasciare White House – non si arrese e gli contese ogni singolo voto fino all’ultimo.
La notte dello scrutinio fu una delle più drammatiche della storia politica americana.
Tutti (democratici compresi) si aspettavano una vera e propria valanga di suffragi a favore di Dewey e i primi risultati sembrarono largamente confermare le previsioni tanto che non pochi quotidiani (celebre la fotografia del giorno dopo nella quale, allegrissimo, Truman mostra il Chicago Daily Tribune che ‘toppa’ la notizia), ignari degli esiti del voto negli Stati dell’Ovest e dovendo comunque ‘chiudere’, nelle prime edizioni mattutine successive uscirono con il titolo a nove colonne ‘Dewey batte Truman’.
Così non fu e il povero Thomas, vincitore delle Presidenziali fino a mezzanotte, già un paio di ore dopo, scoperto che il West non era con lui, seppe che alla Casa Bianca sarebbe rimasto il suo rivale.
Non domo, contando comunque tra i GOP (tra i molti nemici) ancora un seguito, nel 1952 dette un notevole contributo alla investitura del Generale Dwight Eisenhower, poi vincente su democratico Adlai Stevenson.
Pare ritenesse che il neo Presidente sarebbe rimasto in carica per un solo mandato la quale cosa gli avrebbe dato un’ultima chance nel 1956.
Così non andò.
Resterà da allora e fino in fondo un importante risorsa non solo per i repubblicani, visto che anche Lyndon Johnson lo tenne in considerazione.
Da ultimo, in due differenti occasioni, rifiutò la nomina a Presidente della Corte Suprema.
27 marzo 2024