Personalità di rilievo: Andrew William Mellon
Elezioni presidenziali del 1920.
Un Paese oramai stanco è pronto alla normalità.
La guerra e i democratici vanno messi in soffitta, vanno dimenticati.
Non è forse vero che un qualunque candidato GOP sarebbe stato in grado di vincere, ma Warren Harding certamente sì.
Bell’uomo gradito alle signore, amico di tutti, pacche sulle spalle e pokerini, bicchierate, ha il vantaggio di non avere mai preso posizione sui temi forti della politica.
Vince praticamente senza fare campagna.
Qualche chiacchierata senza impegno e senza contenuti con i giornalisti sotto il portico di casa basta e avanza.
Per fare solo un esempio guardando al tema allora maggiormente discusso, i rivali democratici James Cox e Franklin Delano Roosevelt, qui in corsa come Vice, si dichiarano a favore della Società delle Nazioni?
E lui, in proposito, zitto come del resto gli aveva suggerito con espressioni non particolarmente lusinghiere il Senatore repubblicano Boise Pennrose che temeva invece si lasciasse andare.
In carica dal 4 marzo del 1921, mette insieme un governo con fiocchi e controfiocchi chiamando i migliori tra gli americani a farne parte.
Tra gli altri, Andrew William Mellon – da allora e fino al 1932 Segretario al Tesoro – il terzo uomo più ricco del Paese con interessi nelle banche, nell’alluminio e nel petrolio, un vero magnate.
Ecco – meglio non si potrebbe fare – quanto scrive a proposito di Mellon e delle sue idee in campo economico Michael Parrish.
“In lui gli americani trovarono un Ministro molto ben disposto, per il quale ogni forma di tassazione progressiva costituiva un vero e proprio abominio economico e morale, in quanto scoraggiava i ricchi, scoraggiava l’iniziativa e impediva la crescita economica.
Secondo lui, infatti, i lavoratori e i consumatori avevano tutto da guadagnare se ai ricchi restava una parte più grande di quanto producevano perché ci sarebbero stati più investimenti e posti di lavoro e sarebbero diminuiti i prezzi”.
I suoi critici, numerosissimi tra i democratici, lo dileggiarono dicendo che la sua teoria voleva far ingrassare i passeri dando da mangiare ai cavalli.
Per quanto non si possa non tenere conto del fatto che è appunto con Mellon al Tesoro – ma non certamente per sua responsabilità – che l’America precipiterà nella Grande Depressione, resta magistrale e ancora attualissima la sua dottrina
8 maggio 2024