Presidenziali del 1920
Per la prima volta a livello federale (alcuni Stati lo avevano già consentito precedentemente), votano anche le donne.
Brusco, il calo (il dodici e quattro per cento in meno) della partecipazione al voto che scende al quarantanove e due.
Si vota il 2 novembre.
Gli Elettori sono cinquecentotrentuno e la maggioranza assoluta è fissata a duecentosessantasei.
Il Partito Repubblicano tiene la Convention a Chicago.
Il Partito democratico a San Francisco ed è la prima volta che una città della costa pacifica ospita un evento politico di tale portata.
Ancora una volta in corsa il Partito Socialista che, ancora una volta, propone Eugene Debs (nella circostanza, detenuto a seguito di una condanna per “aver tenuto” in precedenza “discorsi che ostacolavano l’arruolamento”).
In discussione in particolare l’adesione degli Stati Uniti alla Società delle Nazioni.
Wilson fu colto in settembre da un ictus che lo rese semiparalitico e, ammesso volesse un terzo mandato, da questo punto di vista uscì di scena.
Il candidato democratico uscito dalle lotte californiane fece comunque dell’adesione uno dei suoi maggiori argomenti elettorali.
La travolgente vittoria conseguita dal repubblicano Warren Harding che al riguardo aveva pressoché taciuto fu interpretata dallo stesso come la pietra tombale sul Trattato da approvare.
Il GOP, sicuro di prevalere nella circostanza, lottò molto duramente al proprio interno.
Fra i candidati di maggior peso, il generale Leonard Woods, già Governatore di Cuba, e il Governatore dell’Illinois Frank Orren Lowden.
Al decimo ballottaggio, però, la Nomination va al poco noto Senatore dell’Ohio Warren Harding.
Con lui, a formare il ticket, il Governatore del Massachusetts Calvin Coolidge.
Sul fronte opposto, fuori gioco non solo Wilson ma anche, per differenti motivi, il suo Vice Thomas Marshall, favorito sembra l’ex Segretario di Stato William Gibbs McAdoo.
Fra i mille (parrebbe) competitors, un cattolico di statura politica notevole, l’emergente Governatore del New York Alfred Smith.
Al quarantaquattresimo scrutinio, superando reciproci altolà e inganni, prevale il Governatore dell’Ohio James Cox (in ragione di ciò, a novembre, si confrontarono due politici provenienti dallo stesso Stato).
Suo Vice, Franklin Delano Roosevelt, allora poco noto e destinato a grandi cose.
Di riòlievo il fatto che F.D.R. è l’unico candidato Vice componente di un ticket sconfitto capace di arrivare dipoi personalmente alla Casa Bianca.
Il risultato?
Sottolineato il fatto che il citato Eugene Debs arrivò al tre e quattro per cento superando i novecentomila voti popolari, per la seconda volta dai tempi iniziali delle votazioni, si parlò di landslide e più correttamente.
Il GOP prevalse in trentasette Stati contro undici e catturò quattrocentoquattro voti dei Elettori lasciandone a Cox solo centoventisette.
Annotazioni
La ‘normalcy’ di Warren Harding
Campagna per la Casa Bianca del 1920.
A Boston, in maggio, un nutrito gruppo di uomini d’affari ascolta un non molto conosciuto Senatore eletto in Ohio: Warren Harding.
L’America, gli americani sono stanchi di eccezionalismo (Theodore Roosevelt, in particolare) e di guerre (Woodrow Wilson, l’uscente e non riproposto Wilson).
Vogliono tranquillità e pace, vogliono prosperare e cercano un Capo dello Stato che li porti su ben differenti strade.
Ed ecco che quell’uomo politico repubblicano parla loro di ‘normalcy’, un vocabolo che ha inventato e che preferisce usare al posto di ‘normality’.
E cosa è la ‘normalcy’?
“Ciò di cui l’America ha bisogno”, disse allora, “non sono gli eroismi, ma la guarigione.
Non le panacee, ma la normalità.
Non la rivoluzione, ma la ripresa.
Non le agitazioni, ma l’adattamento.
Non le operazioni chirurgiche, ma la tranquillità.
Non i drammi, ma la serena imparzialità.
Non gli esperimenti, ma l’equilibrio.
Non l’annullamento dell’internazionalismo, ma il mantenimento di una trionfale nazionalità”.
Raccomanda, poi, di diffidare del potere del Governo e della ‘falsa economia’.
Sostiene occorra mettere l’America avanti a tutto, affidarsi in Patria al laissez-faire e all’estero al protezionismo.
Il successivo primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre quel Senatore arrivava alla Casa Bianca facilmente.
Cercherà di governare secondo quanto a suo tempo dichiarato.
24 marzo 2024