Reazioni varie nel dopo Atlanta

Stuart Stevens, già nello staff di Mitt Romney:
“Come ex repubblicano che ha trascorso decenni a sottolineare i difetti del Partito Democratico, osservo l’attuale panico democratico sull’andamento del dibattito del presidente Biden con un misto di sconcerto e nostalgia.
È appunto sconcertante che così tanti democratici non riescano a radunarsi attorno a un presidente di grande successo dopo una brutta notte.
Ma mi ricorda il motivo per cui i repubblicani hanno sconfitto i democratici in così tante gare che i repubblicani avrebbero dovuto perdere”.
Sidney Blumenthal, già consigliere di Bill Clinton:
“Ho visto la civiltà occidentale passare davanti ai miei occhi mentre Joe Biden annegava”.
David Remnick, a suo tempo Premio Pulitzer: “Biden ha giustamente affermato che gli americani considerano queste elezioni non solo come un dibattito sugli affari globali, l’ambiente, i diritti civili, i diritti delle donne e altre questioni politiche, ma come un referendum sulla democrazia stessa.
Per lui rimanere il candidato democratico, l’attore centrale in quel referendum, sarebbe un atto non solo di autoillusione ma di pericolo nazionale.
Rifiutarsi di fare un passo indietro, continuare a sostenere che i suoi giorni buoni sono più abbondanti di quelli cattivi, ignorare l’inevitabilità del tempo e dell’invecchiamento, non mette semplicemente a rischio la sua eredità: mette a rischio le elezioni e, cosa più importante, mettono in pericolo proprio le questioni e i principi che Biden ha definito centrali per la sua presidenza ed essenziali per il futuro”.
Comitato editoriale del Philadelphia Inquirer:
“Lo spettacolo del dibattito del presidente Joe Biden è stato un disastro.
Le sue risposte sconnesse e il suo sguardo stordito hanno suscitato la richiesta di abbandonare la corsa presidenziale”.

30 giugno 2024