Romney a proposito del processo Trump

“Alvin Bragg” – il procuratore di New York che ha messo sotto accusa il tycoon – a detta del Senatore repubblicano Mitt Romney, “avrebbe dovuto risolvere il caso contro Trump, secondo la procedura normale.
Ma ha preso una decisione politica.
Pare aver vinto la battaglia, ma potrebbe aver perso la guerra.
I democratici pensano di poter spegnere il fuoco di Trump con l’ossigeno.
È una negligenza politica”.
Così in una dichiarazione ieri 3 giugno l’ex candidato alla Casa Bianca da sempre oppositore dell’ex Presidente.

4 giugno 2024

Citazione del giorno: il possibile punto di rottura

Donald Trump in una intervista concessa il 2 giugno a Fox News parlando della ventilata anche se remota possibilità che il prossimo 11 luglio il giudice nuovaiorchese decida la sua carcerazione:
“Non so se il pubblico lo sopporterebbe.
Sai, io non… non sono sicuro che la gente lo sopporterebbe.
Penso che sarebbe difficile.
Sai, c’è un punto di rottura”.

3 giugno 2024

Perché l’atomica? Una ipotesi suggestiva

Per quanto attiene al teatro europeo, la Seconda Guerra Mondiale ebbe termine l’8 maggio del 1945 al momento della resa della Germania.
Fu in quella temperie che i Russi – in segreto visto che non erano in conflitto con il Giappone -garantirono che novanta giorni dopo sarebbero intervenuti militarmente colaggiù.
Scadenza pertanto fissata all’8 agosto seguente.
È al fine di evitare che quel, per quanto concordato, non desiderabile scenario – meglio essere i soli a mettere successivamente sotto tutela il Sol Levante – si verificasse che due giorni prima, il 6 dell’ottavo mese annuale, gli Stati Uniti d’America lanciarono su Hiroshima la prima bomba atomica della Storia?
È basata su tale convincimento una non peregrina teoria elaborata dal fisico Premio Nobel 1948 britannico Patrick Maynard Stuart Blackett in ‘Fear, War and the Bomb’, articolo di tre sole pagine pubblicato il 2 dicembre 1949 sulla ‘University of Pennsylvania Law Review’.

3 giugno 2024

Abigail Smith Adams, la seconda First Lady

Prima ‘Second Lady’ – per quanto, come l’appellativo decisamente più noto di ‘First Lady’, l’indicata definizione sia entrata in uso in anni ben successivi alla sua vicenda terrena – in ragione del fatto di essere consorte di John Adams, che fu Vice di George Washington, il Padre della Patria che aveva inaugurato la lista dei Capi dello Stato USA ricoprendo la carica dal 30 aprile 1789 al 4 marzo 1797…
Seconda ‘First Lady (non dimenticando quanto in proposito appena scritto), dal citato 4 marzo 1797 al 4 del terzo mese del 1801, a seguito dell’Insediamento del coniuge (vittorioso nelle elezioni del precedente 1796) nella a quel momento provvisoria dimora presidenziale…
Prima effettiva ‘padrona di casa’ – sia pure per pochi mesi – della ‘Executive Mansion’ (e futura Casa Bianca in quanto così chiamata solo dopo la sua ricostruzione, essendo stato messo a fuoco l’edificio dagli inglesi il 24 agosto 1814 in piena ‘Guerra Anglo-Americana’ e poi ricostruita di quel colore) a partire dall’1 novembre del 1800…
Moglie e madre di due Presidenti (il predetto marito John e il figlio John Quincy), in questo molti decenni e decenni dopo imitata da Barbara Pierce Bush…
Abigail Smith Adams resta nella storia americana altresì per le dimostrate capacità intellettuali e la indubbia cultura personale.
Assolutamente in grado di corrispondere con il marito (Padre Fondatore di grandissimo rilievo) portando considerevoli contributi e idee (le sue lettere sono fra l’altro notevole testimonianza del momento storico e in particolare degli anni di guerra contro gli Inglesi), Abigail – la cui ottima formazione era stata curata in famiglia – fu antesignana anche nei riguardi della lotta a schiavismo e schiavitù che aborriva, inoltre argomentando e operando favore dei poveri.
Non trascurabile poi (anzi) l’esperienza europea vissuta con John a Parigi e a Londra nel periodo in cui il futuro Presidente serviva colà il Paese in qualità di Ambasciatore.
Difficile nei lunghi anni successivi trovare una ‘Second’ come una ‘First Lady’ di altrettali livelli e capacità.
(Non avesse questa nobile donna avuto tra i figli quel grande uomo che fu John Quincy Adams – Presidente sfortunato ma diplomatico prima e politico poi di altissimo livello sia quale Segretario di Stato – vero estensore in questa veste della cosiddetta ‘Dottrina Monroe’ – che come Rappresentante, forte sostenitore della necessaria abolizione della schiavitù, avrebbe in qualche modo rivissuto, quale madre, la sorte infelice della biblica figura dalla quale derivava il nome.
Morì giovane il figlio che aveva la vedova di Nabal avuto da Davide…Morirono relativamente presto molti tra i fratelli di John Quincy.
Erano, d’altronde, quelli i tempi.

3 giugno 2024

I media contro Trump. Viene alla mente il 2016

Non certamente solo a causa della condanna nuovaiorchese, visto che lo schieramento è in azione da ben prima.
Di certo, però, mettendo quel giudizio in primo piano con molta forza, la gran parte degli organi di stampa e televisivi americani (davvero, poche le eccezioni) attaccano Donald Trump chiedendo agli elettori di non consentirgli un secondo mandato nel corso del quale userebbe il governo “per punire i nemici”, come per esempio scrive The Guardian.
Viene alla mente – la situazione è però se possibile più incattivita – quanto occorso nel 2016, quando praticamente tutti i media nazionali parteggiavano esplicitamente per Hillary Rodham Clinton.
Sappiamo bene come di contro andò a finire.

3 giugno 2024

New York Times, sempre ostile a Donald Trump

“Tutte le regole che gli americani pensavano fossero in vigore”, afferma il New York Times, “vengono ora riscritte da Donald Trump, l’ex e forse futuro Presidente che ha già infranto molte barriere e precedenti. L’idea che trentaquattro crimini non siano automaticamente squalificanti e che un criminale condannato possa essere un valido candidato per il ruolo di comandante in capo ribalta due secoli e mezzo di ipotesi sulla democrazia americana. E solleva questioni fondamentali sui limiti del potere in un secondo mandato, nel caso in cui Trump dovesse tornare in carica. Se vince, significa che sarà sopravvissuto a due impeachment, quattro incriminazioni penali, sentenze civili per abuso sessuale e frode commerciale e una condanna. Detto questo, sarebbe difficile immaginare quali deterrenti istituzionali potrebbero scoraggiare abusi o eccessi”.

2 giugno 2024

Una situazione politica e sociale assolutamente drammatica!

È opportuno, politicamente parlando, per i democratici americani concentrarsi quasi totalmente, utilizzare soprattutto, l’esito del processo nuovaiorchese contro Donald Trump quale argomento pressoché esclusivo della campagna elettorale?
Radicalizzare ulteriormente la già dura contrapposizione in qualche modo arrivando a mettere in secondo o terzo piano i programmi politici e le progettazioni?
E questo in un momento nel quale timori di ogni genere, da quelli riguardanti l’economia con i risvolti sociali negativi possibili a quelli afferenti le sempre maggiori e realmente pericolose questioni internazionali incombono e chiedono affidabili risposte?
E non è facilmente pronosticabile che proprio all’accusa di voler nascondere gli altri gravi problemi in questa dinamica Joe Biden e i suoi si avviino?
Sondaggi in qualche modo compiacenti (i media diffondono quelli nazionali e nascondono le rilevazioni nei singoli Stati che non volgono al meglio per l’incumbent) a parte, davvero difficile pensare che l’elettorato trumpiano (più che quello semplicemente repubblicano tanto profonda e radicale è stata la penetrazione nel Grand Old Party delle idee, della figura comunque la si voglia giudicare, del tycoon) nella situazione, agitato secondo natura dal senza dubbio carismatico leader che si presenta perseguitato e ultimo baluardo della democrazia, sia anche minimamente leso, diminuito, e non invece assai più fortemente convinto, compattato, aumentato.
Gli Stati Uniti sono in una situazione politica estremamente difficile e pericolosa: acquietare gli animi assai più che esacerbare i contrasti dovrebbe essere compito principale, pressoché assoluto di uomini politici avveduti, ammesso (e non concesso) che nella temperie storica se ne intravedano.
Uno dei più importanti commentatori di fede repubblicana trumpiana è arrivato a parlare di possibili attentati contro l’ex Presidente non essendo a suo parere contrastabile, proprio in conseguenza della citata sentenza, la sua marcia verso White House.
Dio non voglia si ripropongano drammi di questa portata già in precedenza affrontati (e non risolti: profonde ferite permangono a distanza di decenni e più) da un Paese nel quale da sempre si cerca di conciliare quanto in verità, evitando dilanianti strappi, assai difficilmente con continuità conciliabile.

2 giugno 2024

‘Lame-duck’ e ‘Lame-duck session?

‘Lame-duck’, ovvero ‘Anatra zoppa’: così viene definito il Presidente che non ha una maggioranza amica nei due rami del Congresso e pertanto opera con notevoli conseguenti difficoltà. Può essere così chiamato, altresì, il Capo dello Stato uscente e non confermato che comunque resta in carica con tutti i poteri fino all’Insediamento del successore.

‘Lame-duck session’: è il periodo intercorrente tra le Presidenziali e l’entrata in carica il 3 gennaio dell’anno seguente della nuova Legislatura.
Nel mentre, i Congressisti eventualmente non eletti mantengono comunque tutti i loro poteri.

2 giugno 2024

Quando sarebbe meglio perdere

Le votazioni del 1892 videro il democratico Grover Cleveland tornare (caso unico, dopo esserne stato allontanato nella precedente campagna) alla Casa Bianca e, soprattutto, per la prima volta in assoluto dai tempi di James Buchanan (1856, prima di Lincoln, quindi!) il suo partito raggiungere la maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera.
Tutto bene per gli Asinelli, no?
No!
Cleveland non fa neppure in tempo ad insediarsi che scoppia una serissima depressione economica (nota come ‘Panic of 1893’) che attanaglierà il Paese per tutto lo sfortunato quadriennio.
Dovranno poi i democratici – travolti nelle Mid Term Elections del 1894 dove, record assoluto, arretrarono di centodieci seggi alla Camera – aspettare il 1912 per ritornare a White House.
Meglio perdere, a saperlo prima.

2 giugno 2024

Sondaggi conseguenti l’esito del processo a Trump

Ricordato che i sondaggi non sono infallibili (tutt’altro), ecco quanto afferma una nuova rilevazione Reuters/Ipsos:
– Il dieci per cento degli elettori repubblicani registrati afferma di essere meno propenso a votare per Donald Trump a seguito della condanna per aver falsificato documenti aziendali per coprire un pagamento in denaro nascosto a una porno star.
– Tra gli elettori indipendenti registrati, il venticinque per cento dichiara che la condanna dell’ex Presidente li ha resi meno propensi a sostenerlo a novembre,
il diciotto che è più propenso a farlo mentre il cinquantasei che la condanna non avrà alcun impatto sulla loro decisione.
Questi numeri, è stato osservato, fanno in qualche modo da contrappunto alla spavalderia mostrata dal Grand Old Party e dallo staff di Trump che sostengono che le condanne per crimini e la potenziale condanna al carcere non avranno alcun effetto sulle elezioni.

2 giugno 2024