E se Biden nel dibattito di giugno si rivelasse un disastro? 

L’interessante intervento in proposito del noto giornalista ed editore americano Jonathan Last:
“Nessuno vuol sentirlo dire, ma se Biden fosse un disastro?
Se non riuscisse a mettere insieme cinque parole e si perdesse e si confondesse?
E se, dopo il dibattito, i numeri di Biden crollassero?
Ebbene, considerando questa possibilità quanto al confronto in programma il 27 giugno, i democratici sono in anticipo rispetto alla loro Convention e potrebbero, in teoria, sostituire i candidati (con lui Kamala Harris) qualora Biden decidesse di farsi da parte.
Non penso che accadrà.
Forse è una possibilità su cento.
Ma tenere il dibattito a giugno è una polizza assicurativa, una copertura contro il peggior risultato possibile.
E c’è una ragione per cui le persone acquistano un’assicurazione”.

17 maggio 2024

Personaggi di rilievo: Mark Alonzo Hanna

1896, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono fissate al 6 novembre.
Il Presidente Grover Cleveland, va compiendo il secondo mandato (il democratico Cleveland è l’unico capo dello Stato USA eletto due volte non consecutivamente, nel 1884 e nel 1892, avendo perso nel 1888 da Benjamin Harrison) e i due partiti egemoni mettono in campo l’uno, quello democratico, William Jennings Bryan e l’altro, quello repubblicano, William McKinley.
Bryan è un oratore formidabile ed è appoggiato anche dal partito populista, allora di un qualche peso.
(Conseguenza dell’appoggio populista un altro fatto unico: i candidati alla Vicepresidenza che lo affiancano sono due, Arthur Sewall per i demcratici e Thomas Watson per i populisti.)
L’esito elettorale è però nettamente favorevole a McKinley che, su poco meno di quattordici milioni di votanti, prevale in termini di voti popolari per settemilioni centomila circa a sei milioni cinquecentomila all’incirca.
(I restanti suffragi vanno a candidati di movimenti minori: John McAuley Palmer del National Democratic Party, Joshua Levering Proibizionista, Charles Horatio Matchett Socialista e Charles Eugene Bentley Nazionalista).
Quanto ai delegati, il repubblicano ne cattura duecentosettantuno lasciandone solo centosettantasei al rivale.
Fatto è che per la prima volta una campagna elettorale – quella repubblicana – viene organizzata e gestita in modo che definirei ‘moderno’.
Ideatore e motore della stessa, Mark Alonzo Hanna (1837-1904).
Industriale uomo politico di grande rilievo, Hanna raccolse un totale di tremilioni e mezzo di dollari a sostegno di McKinley.
All’epoca, era ritenuto del tutto impossibile perfino avvicinarsi a una tale, cospicua cifra.
Nel corso della sfida, mobilitò millequattrocento persone per distribuire fiumi di pamphlet, manifestini, poster e organizzare comizi volanti.
Fu certamente la campagna più dispendiosa mai fatta con un rapporto di spesa di dodici contro uno nei confronti dell’avversario.
A parte la pubblicità per la prima volta estesa a tutta la nazione, da sottolineare l’uso strategico da parte di Hanna della stampa e soprattutto la stesura dei discorsi del candidato.
Ancora al servizio di McKinley nel 1900, anno nel quale il Presidente fu rieletto battendo più nettamente il medesimo rivale Bryan, il Nostro non accolse affatto di buon grado la successione allo stesso McKinley, morto a seguito di un attentato, del Vice Theodore Roosevelt, da lui definito “Quel maledetto cow boy”.
I suoi metodi saranno studiati particolarmente da Edward Louis Bernays, nipote ‘americano’ di Sigmund Freud e grande stratega per larga parte del Novecento in tema di campagne pubblicitarie di ogni genere (non solamente politiche).
(L’opera principale di Bernays, pubblicata nel 1928, si intitola ‘Propaganda’. Assai significativo il sottotitolo: ‘Della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia’.)

17 maggio 2024

Trump e Biden mettono da parte una storica istituzione elettorale

“L’accordo del presidente Biden e Donald Trump di organizzare due dibattiti presidenziali e nel farlo di mettere da parte la Commissione apposita è un colpo debilitante e potenzialmente fatale per un’istituzione che un tempo era considerata un importante arbitro nella politica presidenziale”, affermano importanti organi di stampa americani.
Invero, però, le radici del declino della commissione risalgono ad almeno un decennio fa e sono giunte al culmine nel 2020, quando ha faticato ad organizzare un dibattito con Trump e Biden durante la pandemia”.

17 maggio 2024

I grandi donatori di Wall Street sono entusiasti di Trump

“Con Trump in testa nei sondaggi”, sostiene il New York Times, “i grandi finanzieri di Wall Street, della Silicon Valley e non solo si stanno spostando dalla sua parte.
Le motivazioni sono molteplici.
In molti casi, non sono entusiasti di Trump – ‘Lo odio ancora’, ha detto un miliardario di hedge fund – quanto esasperati dalle politiche economiche e di immigrazione di Biden.
In altri casi, la volontà di sostenere il ritorno del tycoon riflette una crescente insoddisfazione per ciò che molti esponenti di Wall Street vedono come l’inasprimento della posizione della Casa Bianca contro Israele nella guerra in atto a Gaza”.

17 maggio 2024

Kamala Harris, Nicole Shanahan e…

Sappiamo che candidata alla Vicepresidenza al fianco di Joe Biden sarà la confermata nel ruolo Kamala Harris.
Sappiamo che a comporre il ticket indipendente con Robert Kennedy jr sarà Nicole Shanahan.
Non abbiamo di contro notizie o indicazioni quanto al running mate di Donald Trump.
Lo so, ad oggi un doppio Trump/Haley pare impossibile, ma con buona probabilità verrà il momento nel quale i repubblicani si renderanno conto che per vincere a novembre è necessario ricompattare il partito recuperando per quanto possibile quel terzo circa di elettori che anche dopo il ritiro dalle Primarie dell’ex Ambasciatrice all’ONU hanno continuato a votarla.

17 maggio 2024

La successione del Vice Presidente

Fu nel 1841 che si propose per la prima volta la questione.
Entrato in carica il 4 marzo, il Presidente William Harrison passò a miglior vita esattamente un mese dopo, il 4 aprile.
Vice eletto John Tyler.
Dovette costui sudare le proverbiali sette camicie per ottenere il riconoscimento ufficiale del suo diritto al subentro.
Non pochi, difatti, nella circostanza, pensarono fossero necessarie nuove elezioni.
Altri a riconoscergli solo il titolo di “Vice facente funzioni di Presidente”.
Superate le resistenze, Tyler – anche per questo decisamente travagliato – governò.
È peraltro fino al 1967 – quando, finalmente, un Emendamento regolò la situazione – che in merito alla successione le idee risultarono insoddisfacenti anche perché allorquando il Vice subentrava al Capo dello Stato o moriva non veniva sostituito se non nelle successive elezioni (molti, quindi, i casi di vacanza della figura vicaria).
Dal citato 1967 (e si ebbe presto una applicazione della norma con Gerald Ford), la sostituzione del Vice avviene per designazione del Presidente approvata dal Congresso.
Per la doverosa completezza, il citato Ford, succeduto al Vice Spiro Agnew, diventerà dipoi – l’8 agosto 1974 – l’occupante di White House a seguito delle dimissioni di Richard Nixon.
È ancora, sarà l’uomo di Omaha stesso a scegliere attraverso lo stesso iter il suo Vice, Nelson Rockfelker.

17 maggio 2024

I Presidenti: Calvin Coolidge

La scheda.
Nato nel 1872 a Plymouth (Vermont), divenne Vicepresidente di Harding, sostituendolo alla sua morte.
Impostò una politica economica profondamente liberista, riducendo le tasse e tagliando la spesa federale.
In politica estera si rifiutò di riconoscere l’Unione Sovietica e aprì al contempo una fase di distensione con il Messico.
Fu promotore del Patto Kellog-Briand (1928), con cui si rinunciava alla guerra come strumento di risoluzione dei problemi tra le nazioni.
Non ricandidatosi nel 1928, i repubblicani vinsero nuovamente, presentando Herbert Hoover.
Ritiratosi a vita privata, morì nel 1933 a Northampton in Massachusetts.

17 maggio 2024

Perché Biden vuole confrontarsi presto con Trump 

“Decine di milioni di dollari di pubblicità non hanno cambiato le difficoltà elettorali del presidente Biden.
Il processo penale cui è sottoposto Donald Trump non ha modificato l’andamento della corsa.
E i significativi vantaggi in termini di denaro e infrastrutture di Biden devono ancora pagare dividendi politici”, riferisce il New York Times.
“Così, mercoledì, l’unico giorno feriale in cui Trump non è confinato in un’aula di tribunale, l’organizzazione elettorale di Biden ha cambiato le carte in tavola offrendo pubblicamente di anticipare di tre mesi il primo dibattito presidenziale.
La mossa ha lo scopo di richiamare l’attenzione degli americani sulla loro conseguente scelta nel 2024.
I consiglieri di Biden credono che il confronto diretto Trump-Biden sarà un balsamo per gli scadenti indici di approvazione del Presidente”.
Secondo il Washington Post: “Un incontro faccia a faccia potrebbe anche ricordare agli americani la volatilità di Trump e darebbe a Biden la possibilità di descrivere le elezioni come una scelta tra i due uomini, piuttosto che un referendum sul suo curriculum”.

16 maggio 2024

La televisione giustamente e irrevocabilmente condannata

Sono oramai trascorsi quarantotto anni – correva il 1976 e cadeva il duecentesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza – da quando sul grande schermo apparve in ‘Network’ (regia di Sidney Lumet) il magnifico Peter Finch.
Da quando si avventurò nella declamazione del monologo sulla tv che qui ripropongo.
Scritta dal grande Paddy Chayefsky, la sceneggiatura di ‘Quinto potere’ (questo il titolo in Italia del film in questione) è tuttora assolutamente, e forse più, valida in ogni sua parte.
Quindi, spegniamo la televisione, spegniamola ora!

“Perché io dico poveri noi?
Perché voi, il pubblico, ed altri sessantadue milioni di americani, ascoltate me in quest’istante.
Perché meno del tre per cento di voialtri legge libri, capito?
Perché meno del quindici per cento di voi legge giornali o riviste.
Perché l’unica verità che conoscete è quella che ricevete alla tv.
Attualmente, c’è da noi un’intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla tv.
La tv è la loro Bibbia, la suprema rivelazione!
La tv può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri.
La tv è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio.
E poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati…
Perché questa società è ora nella mani della CCA, la Communication Corporation of America…
E quando una tra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui.
Quindi ascoltatemi.
Ascoltatemi!
La televisione non è la verità!
La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio!
Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.
Quindi, se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru.
Andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove troverete mai la verità vera!
Sapete, da noi non potrete mai ottenere la verità.
Vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna: noi vi diremo che… che Nero Wolfe trova sempre l’assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare!
E per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete: guardate l’orologio, alla fine dell’ora l’eroe vince.
Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire.
Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero!
Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede.
Conoscete soltanto noi.
Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui.
Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali.
Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv!
Questa è pazzia di massa!
Siete tutti matti!
In nome di Dio, siete voialtri la realtà.
Noi, siamo le illusioni.
Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora.
Spegneteli immediatamente!
Spegneteli e lasciateli spenti!
Spegnete i televisori proprio a metà della frase che sto dicendo adesso, spegneteli subito!”.
“Questa non è più una nazione di individui indipendenti, oramai.
È una nazione composta da duecento e oltre milioni di esseri transistorizzati, deodorizzati, più bianchi del bianco, tutti profumati al limone: dei tutto inutili come esseri umani, e rimpiazzabili come pezzi di un’auto.”

16 maggio 2024

Il discorso della ‘Nuova frontiera’

Il celeberrimo discorso che qui parzialmente ripropongo fu pronunciato da John Fitzgerald Kennedy il 14 luglio 1960 a Los Angeles nel momento in cui accettava la Nomination del partito democratico.
Quanto al concetto di ‘Frontiera’, si veda il testo in precedenza pubblicato.

“La ‘Nuova libertà’ di Woodrow Wilson promise alla nostra nazione un nuovo progetto politico ed economico.
Il ‘New deal’ di Franklin Delano Roosevelt promise sicurezza e aiuto a chi era nel bisogno.
La ‘Nuova Frontiera’ di cui parlo io non è una serie di promesse ma una serie di sfide.
Non è fatta di promesse agli americani ma di ciò che io voglio chiedere loro.
Fa appello al loro orgoglio, non al loro portafoglio e promette non una maggiore sicurezza ma una porzione maggiore di sacrifici.
La ‘Frontiera’ esiste, che noi la cerchiamo o no.
Al di là di essa ci sono le zone inesplorate della scienza e dello spazio, ci sono i problemi irrisolti della povertà e delle eccedenze di produzione…
Io ritengo che i tempi richiedano invenzione, innovazione, fantasia e decisione.
Chiedo a ciascuno di voi di essere dei nuovi pionieri della ‘Nuova Frontiera’.
Mi rivolgo ai giovani di cuore di qualsiasi età, ai forti nello spirito di qualsiasi partito, a tutti quelli che rispondono al comandamento biblico ‘Sii forte e abbi coraggio, non temere e non sarai battuto’.
Il coraggio… è quello di cui oggi abbiamo bisogno.
La capacità di guidare che dobbiamo avere…”

16 maggio 2024