Biden va in Pennsylvania mentre Trump è sotto processo

Mentre Donald Trump è nella città natale di New York questa settimana per l’inizio del processo penale nel quale è accusato di falsificazione di documenti aziendali, il Presidente Biden intende fare campagna nella propria città natale, Scranton, nel conteso e importante campo di battaglia della Pennsylvania.
L’itinerario di controprogrammazione di Biden comprende tre giorni di eventi incentrati sull’economia appunto a Scranton, a Pittsburgh e nell’area di Filadelfia, mentre il suo entourage tiene puntati i riflettori sulla posizione di Trump riguardo all’aborto, tema di estremo interesse.
Gli alleati di Biden sperano che la differenza nelle circostanze tra i due dica molto agli elettori, anche se il Presidente rimane in silenzio sui problemi legali del rivale repubblicano.

14 aprile 2024

Curiosità: le cugine dei Roosevelt

Ellen e Grace Roosevelt sono state tra fine anni Ottanta e primi Novanta dell’Ottocento tenniste di ottimo livello.
Hanno vinto i Campionati degli Stati Uniti nel singolo (Ellen) e nei doppi (femminile e misto).
Fra l’altro, si è dovuto attendere il 1999 perché le sorelle Williams le imitassero appunto nel doppio riservato alle Signore.
Orbene, erano cugine di primo grado e pertanto parenti anche di Eleanor (Roosevelt non per matrimonio ma per nascita) e di Theodore.

14 aprile 2024

Biden quasi cancella il vantaggio di Trump

Sabato 13 aprile: “Il presidente Biden ha quasi cancellato il vantaggio elettorale di Donald Trump dei primi tempi visti i segnali che indicano come la base democratica abbia iniziato a coalizzarsi dietro il Capo dello Stato nonostante i dubbi persistenti sulla direzione del paese, sull’economia e sulla sua età”….
Questo, secondo un nuovo sondaggio del New York Times e del Siena College che prosegue cos sostenendoì:
“Biden e Trump sono ora virtualmente alla pari, con Trump che detiene un vantaggio di un punto, quarantasei a quarantacinque per cento
Si tratta di un miglioramento per Biden rispetto alla fine di febbraio, quando Trump aveva un vantaggio più solido pari a cinque: il quarantotto contro il quarantatré.
Il rialzo di Biden sembra derivare in gran parte dal miglioramento della sua posizione tra gli elettori democratici tradizionali: sta conquistando una quota maggiore di elettori che lo hanno sostenuto nel 2020 rispetto a un mese fa.
Allora, Trump si era assicurato il sostegno di molti più elettori del suo passato rispetto al Presidente ma quel margine si è ridotto.
Biden ora sta conquistando l’ottantanove per cento dei suoi sostenitori nel 2020, rispetto al novantaquattro di Trump”.

14 aprile 2024

Presidenziali del 2004

Si vota il 2 novembre.
Alle urne il cinquantasei e sette per cento degli aventi diritto con un aumento rispetto al 2000 del cinque e cinque, non poco.

Da notare, che per la prima volta dal 1988 – da quando aveva vinto suo padre – nel 2004 un Presidente, George Walker Bush, viene eletto con la vera maggioranza (non determinante, si sa) dei voti popolari.
Questo perché Bill Clinton sia nel 1992 che nel 1996 aveva ricevuto meno suffragi di quanti toccati in totale ai due rivali (prima George Herbert Bush e Ross Perot e poi Bob Dole e ancora Ross Perot) mentre lui stesso nel 2000 aveva collezionato poco più di mezzo milione di voti in meno di Al Gore.

Nel Partito Repubblicano tutto facile per il duo G.W.B/Dick Cheney, intorno al quale il GOP si schiera dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e dopo le conseguenti guerre ancora peraltro in corso.
Di certo, una spinta sia all’interno del suo partito che a livello elettorale finale la dette all’uscente anche la cattura verso la fine del 2003 di Saddam Hussein.

Tra i democratici, in una dapprima serrata e dipoi più tranquilla competizione, prevale il cattolico Senatore del Massachusetts John Kerry, in seguito, Segretario di Stato di Barack Obama nel secondo mandato.
Suoi oppositori, soprattutto, il Senatore del North Carolina John Edwards – alla fine, con lui nel ticket – e l’ex Governatore del Vermont Howard Dean, all’inizio della contesa favorito dai sondaggi per l’appoggio che risultava avesse nel web.

Stranamente – ma non molto, dato che nel mondo, con poche eccezioni, si sostiene sempre il candidato democratico, chiunque praticamente sia (a prescindere, direbbe Totò) – Kerry fu dato per vincente praticamente durante l’intera campagna, salvo finire, invece, sconfitto.
Da notare che il GOP vinse nella circostanza in Colorado, Nevada, New Mexico e Virginia.

Il risultato finale vide G.W.B prevalere in termini di voti popolari di circa tre milioni di suffragi mentre quanto agli Elettori il voto vide duecentoottantasei di loro esprimersi per Bush e duecentocinquantuno per Kerry.

Al totale di cinquecentotrentotto manca un suffragio che nell’occasione un delegato del Minnesota assegnò a John Edwards (fra l’altro, scrivendo erroneamente ‘Ewards’).

Quanto agli Stati, il repubblicano ne conquistò trentuno mentre al democratico ne andarono diciannove più il Distretto di Columbia.

14 aprile 2024

Nebraska: storia elettorale in occasione delle presidenziali

E’ l’unico stato con un sistema monocamerale e, per quanto riguarda la scelta dei delegati al Collegio elettorale, come il Maine, ha un sistema diverso dal ‘Winner take all method’.

1868: Repubblicano (Grant)
1872: Repubblicano (Grant)
1876: Repubblicano (Hayes)
1880: Repubblicano (Garfield)
1884: Repubblicano (Blaine)
1888: Repubblicano (B. Harrison)
1892: Repubblicano (B. Harrison)
1896: Democratico (Bryan)
1900: Repubblicano (McKinley)
1904: Repubblicano (T. Roosevelt)
1908: Democratico (Bryan)
1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Repubblicano (Harding)
1924: Repubblicano (Coolidge)
1928: Repubblicano (Hoover)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Repubblicano (Willkie)
1944: Repubblicano (Dewey)
1948: Repubblicano (Dewey)
1952: Repubblicano (Eisenhower)
1956: Repubblicano (Eisenhower)
1960: Repubblicano (Nixon)
1964: Democratico (Johnson)
1968: Repubblicano (Nixon)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Repubblicano (Ford)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Repubblicano (G. H. Bush)
1996: Repubblicano (Dole)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Trump)
2020: Repubblicani (Trump) quattro Delegati, Democratico (Biden) uno

14 aprile 2024

Gli sconfitti: Daniel Webster e i ‘Padri pellegrini’

Daniel Webster, molte volte ai vertici della vita politica americana dagli anni Venti dell’Ottocento alla dipartita (1852) e sempre respinto nei tentativi di arrivare alla Casa Bianca, va ricordato per le eccezionali qualità oratorie e per una immortale definizione.
A quarant’anni, era considerato il miglior avvocato in circolazione nel Paese la qual cosa ne fece di conseguenza il più pagato.
Eletto sia nell’una che nell’altra Camera, fu protagonista di accesi dibattiti.
Memorabili in primo luogo i suoi interventi al Senato contro le tesi abrogazioniste sostenute in particolare da Robert Hayne, tesi che ritenevano possibile da parte di uno o più Stati il giudicare incostituzionale, appunto abrogandola, una qualsiasi legge federale non gradita.
La sua seconda perorazione sul tema è considerata “il più famoso discorso mai pronunciato al congresso”.
Webster, nel merito, sosteneva che la Costituzione non era un patto tra gli Stati ma con la popolazione, che l’interpretazione della Carta spettava alla Corte Suprema, che l’Unione era nata per essere sempiterna, che l’abrogazione sarebbe stata considerata un tradimento.
Resta altresì memorabile il discorso che tenne nel 1820 in occasione della commemorazione del secondo centenario dello sbarco dei coloni del ‘Mayflower’ che battezzò ‘Padri Pellegrini’, espressione da allora sempre e in ogni caso usata.

Le sue aspirazioni presidenziali furono vanificate soprattutto nella campagna elettorale del 1836.
Nella fattispecie, il partito whig ritenne opportuno presentare la bellezza di tre diversi candidati, uno dei quali il Nostro.
La speranza invano coltivata era quella che nessuno dei pretendenti in lizza ottenesse la maggioranza assoluta dei delegati (come era accaduto nel 1824) e che la scelta dell’inquilino di White House spettasse per conseguenza alla Camera dei Rappresentanti.
Purtroppo per i Whig, sia pure per il rotto della cuffia, il Vice Presidente uscente Martin Van Buren, democratico, prevalse anche in voti elettorali e si insediò.

Presidenza a parte, Webster fu Segretario di Stato in due differenti periodi.
Dapprima, scelto da William Harrison e confermato dal successore John Tyler, tra il 1841 e il 1843.
Quindi, chiamato da Millard Fillmore, dal 1850 alla morte, nell’ottobre del 1852.

14 aprile 2024

Donald Trump vuole più dibattiti e “molto prima”

Donald Trump vuole affrontare il presidente Joe Biden sul palco del dibattito “molto prima” e più volte di quanto attualmente previsto, riferisce l’HuffPost.
A tale riguardo la squadra di Trump ha citato l’esempio dello scontro per il Senato del 1858 in Illinois, dove il futuro Presidente Abraham Lincoln e il Senatore in carica Stephen A. Douglas discussero tra loro sette volte.
(Per la storia, nella circostanza prevalse il democratico ma ben sappiamo che due anni dopo, nella rivincita – sia pure con terzi candidati – Lincoln, primo repubblicano a farlo, arriverà alla Casa Bianca).

13 aprile 2024

Presidenziali del 2000

Si vota il 7 novembre.
Lieve aumento (poco più di un punto) del numero dei votanti che percentualmente risultano essere il cinquantuno e due per cento degli aventi diritto.
Cataclisma.
A distanza di centoventiquattro anni, si ripete – almeno per quanto riguarda la Florida – quanto accaduto appunto nel 1876.
Allora, il duro confronto per la Presidenza si risolse con un compromesso.
Ora, a decidere è la Corte Suprema.
Un passo indietro, per configurare il quadro del confronto che vede come sempre i democratici e i repubblicani in lotta.

Fuori gioco Bill Clinton, impossibilitato ad avere una terza chance visto il disposto dell’Emendamento del 1951 in merito, il Partito dell’Asino vede in gara per la Nomination il Vice Presidente uscente Al Gore e il grande ex giocatore di basket, già per diciotto anni Senatore per il New Jersey Bill Brady.
Il campione corre bene ottenendo nelle Primarie e nei Caucus democratici il ventuno per cento del voto popolare ma, contrariamente a quando giocava, non vince mai.
Terzo incomodo – si fa per dire – un classico ‘Perennial Candidate’, Alan Keyes.
Facile l’investitura di Gore in quel di Los Angeles.
Lo affianca, il Senatore del Connecticut Joe Lieberman.

Il Partito dell’Elefante, invece, vede scendere in pista il Governatore del Texas George Walker Bush, su posizioni conservatrici e abbastanza isolazioniste.
È figlio di George Herbert e nipote del Senatore Prescottt.
Suo fratello Jeb è Governatore della Florida (!?).
Il secondo Bush candidato a White House (il nonno non ci aveva provato) si scontra per la Nomination con il Senatore dell’Arizona ed eroe di guerra John McCain.
Prevale e nel ticket i repubblicani collocano Dick Cheney, già Segretario alla Difesa con Bush padre.

Corre anche il verde Ralph Nader e la sua candidatura, secondo i democratici, è causa della elezione alla Casa Bianca di G.W.B..

Fatto è – torniamo a bomba – che al termine dello scrutinio dei voti espressi in Florida la situazione è ‘too close to call’ e non è chiaro a quale dei due candidati principali debbano andare i ventinove Elettori dello Stato.
Chi li avrà, sarà Presidente.
Ebbene, mentre la differenza tra Bush e Gore è minima davvero, il citato verde riceve quasi centomila voti di preferenza nell’ex colonia spagnola, cosa che porterà dipoi l’Asinello a rammaricarsi della sua partecipazione.

Conteggi, comunque, e riconteggi.
Ricorsi fino alla Corte Suprema.
Una situazione che viene risolta proprio dalla Corte che aggiudica la Florida e pertanto la Presidenza al secondo Bush.
I controlli fatti più avanti daranno effettivamente vincente nello Stato con capitale Tallahassee per la miseria di cinquecentotrentasette suffragi il repubblicano.
Fra l’altro, lo sconfitto prevale per voti popolari sul piano nazionale.

Ecco i risultati finali:
George Walker Bush, trenta Stati e duecentosettantuno Elettori (uno solo più della maggioranza assoluta richiesta);
Al Gore, venti Stati e il Distretto di Columbia per un totale di duecentosessantasei suffragi al Collegio.

Come si vede, manca il voto di un membro del Collegio astenutosi nella circostanza.

13 aprile 2024

Il 54,93% dei legislatori statali sono repubblicani, il 44,46% democratici

Alla fine di marzo, il 54,93% di tutti i legislatori statali negli Stati Uniti erano repubblicani, mentre il 44,46% erano democratici.
Ci sono 7.386 seggi legislativi statali a livello nazionale.
Rispetto a marzo 2023, i democratici hanno perso sei seggi al Senato statale (856 contro 850) e hanno guadagnato sette seggi alla Camera statale (2.427 contro 2.434).
I repubblicani hanno guadagnato quattro seggi al Senato statale (1.110 contro 1.114) e hanno perso cinque seggi alla Camera statale (2.948 contro 2.943).
A marzo, i democratici detenevano 850 seggi al Senato statale e 2.434 seggi alla Camera statale. Hanno ottenuto tre seggi alla Camera dello Stato da febbraio e hanno perso un seggio al Senato dello Stato. I repubblicani detengono 1.114 seggi al Senato statale e 2.943 seggi alla Camera statale.
Da febbraio hanno ottenuto quattro seggi alla Camera dello Stato.
I repubblicani hanno la maggioranza in 56 camere, mentre i democratici in 40 camere.
Due camere (Alaska House e Alaska Senate) sono organizzate in coalizioni multipartitiche e di condivisione del potere.
Il controllo della Camera dei Rappresentanti del Michigan è diviso.
L’ultima volta che i democratici controllavano più camere dei repubblicani è stato nel 2009, con 60 camere contro le 37 dei repubblicani.
Le altre due camere avevano una coalizione di governo paritaria o bipartisan.

13 aprile 2024

Montana: risultati elettorali in occasione delle presidenziali

1892: Repubblicano (B. Harrison)
1896: Democratico (Bryan)
1900: Democratico (Bryan)
1904: Repubblicano (T. Roosevelt)
1908: Repubblicano (Taft)
1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Repubblicano (Harding)
1924: Repubblicano (Coolidge)
1928: Repubblicano (Hoover)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Democratico (F. D. Roosevelt)
1944: Democratico (F. D. Roosevelt)
1948: Democratico (Truman)
1952: Repubblicano (Eisenhower)
1956: Repubblicano (Eisenhower)
1960: Repubblicano (Nixon)
1964: Democratico (Johnson)
1968: Repubblicano (Nixon)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Repubblicano (Ford)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Democratico (B. Clinton)
1996: Repubblicano (Dole)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Trump)
2020: Repubblicano (Trump)

13 aprile 2024