Presidenziali del 1968

Le votazioni hanno svolgimento il 5 novembre.
La percentuale dei votanti è pari al sessanta e nove per cento degli aventi diritto.
Il Partito Repubblicano, riunito a Miami Beach, sceglie Richard Nixon – già Vice di Eisenhower e candidato perdente nel 1960.
Al suo fianco, il Governatore del Maryland Spiro Agnew.
Nixon prevale su Nelson Rockfeller, George Wilcken Romney (padre del futuro candidato Mitt, 2012) mentre appare per la prima volta tra i maggiori esponenti GOP Ronald Reagan.
I democratici (riuniti a Chicago in una Convention particolarmente contestata) optano per il Vice Presidente in carica con Johnson Hubert Humphrey che – non più in corsa il defunto Robert Kennedy – ha la meglio su Eugene McCarthy e George McGovern.
Nel ticket con Humphrey, il futuro Segretario di stato e al momento Senatore del Maine Edmund Muskie.
Terzo incomodo, il Governatore dell’Alabama George Wallace, segregazionista.

Nixon conquista trentadue Stati per un totale di trecentouno Elettori.
Humphrey vince in tredici Stati più il Distretto di Columbia e riporta centonovantuno delegati.
Wallace cattura cinque Stati del ‘profondo Sud’ per un totale di quarantacinque partecipanti al Collegio laddove verrà votato anche da un quarantaseiesimo delegato.

Annotazioni
La campagna elettorale del 1968: l’uscita di scena di Lyndon Johnson e quel che consegue
Novembre 1967, il generale William Childs Westmoreland, capo delle truppe americane impegnate in Vietnam, dichiara: “Le speranze del nemico sono alla fine”.
Il Presidente Johnson, convinto che in effetti le sorti del conflitto che, per le proteste e le opposizioni in essere, dilania internamente gli USA volgano a favore, si appresta a correre Primarie e Caucus in programma nel 1968 in vista delle elezioni novembrine.
Il XXII emendamento non lo riguarda avendo egli sostituito John Kennedy nella seconda parte del mandato.
Gli si contrappone da subito il leader dei pacifisti democratici, il già deputato e all’epoca Senatore Eugene McCarthy.
Due imprevisti fermano la apparentemente facile cavalcata del Presidente in carica verso la nuova Nomination.
Nella notte tra il 30 e il 31 gennaio 1968, in coincidenza con il loro capodanno, i vietnamiti sferrano una feroce e dinamica offensiva, denominata ‘del Tet’ (così nella loro lingua si chiama appunto il capodanno).
L’attacco dimostra che la guerra, lungi dall’essere agli sgoccioli, può continuare per chissà quanto tempo.
Ancora il 31 gennaio, i risultati della importante primaria del New Hampshire vedono il pur vincente Johnson inaspettatamente insidiato da McCarthy.
Così stando le cose, ritenendo necessario seguire l’andamento del conflitto in Indocina con grande attenzione e tenendo altresì conto del fatto che i sondaggi lo danno in pericolo nel prosieguo delle Primarie e nei Caucus, Johnson annuncia il ritiro dalla competizione elettorale.
Siederà a White House fino al termine del mandato – ore dodici del 20 gennaio 1969 – e non un minuto di più.
La svolta induce Robert Kennedy, fino a quel momento decisamente riluttante, a scendere nell’agone
Altrettanto, sia pure ancora più tardi tanto da partecipare ben poco alle Primarie, fa il vice di Johnson, Hubert Humphrey.
Il 6 giugno 1968, Bobby prevale di misura su McCarthy nella importantissima consultazione elettorale della California.
Dopo di che, muore sotto i colpi di un arabo, Shiran Bishara Shiran, che lo ritiene troppo vicino alle posizioni di Israele.
Solo in corsa, il Senatore McCarthy perde smalto e non riesce a conquistare di lì in poi un numero sufficiente di delegati, tale che gli consenta di ottenere la Nomination democratica.
La successiva Convention ha luogo a Chicago nel mese di agosto.
Nel mentre, all’esterno, la polizia carica ferocemente i pacifisti accorsi nell’intento di condizionarne i lavori, i convenuti scelgono proprio Hubert Humphrey, scelta che, anche in considerazione del fatto che il Vice Presidente era favorevole al conflitto asiatico, provoca dissensi e contrapposizioni non da poco nell’elettorato.
Nel frattempo, in quel di Miami, i repubblicani si pronunciano incredibilmente per Richard Nixon – che sembrava uscito dalla politica dopo la sconfitta contro Kennedy del 1960 e quella ancora più bruciante del 1962 per il Governatorato della California.
Le divisioni democratiche e il clima anche in merito alle sempre importantissime questioni razziali, in specie riguardo al segregazionismo ancora in opera nel Sud governato da esponenti della destra conservatrice del Partito dell’Asino, sfociano nella nascita di un terzo partito ‘indipendente’ che concede la Nomination al combattivo boss dell’Alabama George Wallace.
È intenzione di Wallace raccogliere un numero tale di delegati da impedire l’elezione – che si ottiene avendo almeno il voto del cinquanta per cento più uno dei voti elettorali – dei candidati dei due partiti principali e di far sì che la scelta passi dal Collegio composto dagli Elettori alla Camera dei Rappresentanti come determinato dal XII emendamento del 1804,

Alla fine – in effetti, lo avevano rilevato i sondaggi – Humphrey, partito come sconfitto senza rimedio, si avvicinò molto a Nixon in termini di voto popolare.
Perse per all’incirca solo mezzo milioni di suffragi su base nazionale.
Ciò non pertanto, il repubblicano prevalse nettamente in termini di delegati: trecentouno a centonovantuno.
Wallace, sia pure in parte e forse handicappato dalla presenza al suo fianco del generale Curtis LeMay – un guerrafondaio che sosteneva che in Vietnam si poteva vincere buttando un numero tale di bombe da ricondurre l’intero Paese asiatico all’età della pietra – fece benissimo.
Quasi dieci milioni di voti popolari, cinque Stati del Sud, quarantasei delegati: il miglior risultato di un ‘terzo’ dai tempi, 1912, di Theodore Roosevelt.

In sella, quindi, dal successivo 20 gennaio 1969, Richard Nixon, l’unico inquilino di White House in seguito dimissionario.

5 aprile 2024

Gli ordini o decreti esecutivi emessi da Biden e il confronto con i predecessori

Al 2 aprile il Presidente Biden aveva emesso cento trentasette ordini o decreti esecutivi.
Quarantadue all’anno di media come George Walker Bush.
La terza media più bassa tra i Capi dello Stato in carica dal 1981.
Trump nello stesso lasso di tempo ne emise cinquantacinque e Obama, meno di tutti, trentacinque.
Gli ordini o decreti esecutivi sono direttive scritte dal Presidente ai funzionari del ramo appunto esecutivo che richiedono loro di intraprendere o interrompere alcune azioni relative alla politica o alla gestione.
Sono numerati, pubblicati nel registro federale e citano l’autorità con cui il Presidente emette l’ordine.

Ecco, per fornire un esempio, i titoli emessi a marzo 2024:
– Ordine esecutivo sul riconoscimento e l’onore della storia delle donne (27 marzo 2024)
– Decreto esecutivo sul progresso della ricerca e dell’innovazione nel campo della salute delle donne (18 marzo 2024)
– Decreto esecutivo sul ridimensionamento e sull’espansione dell’uso degli apprendistati registrati nelle industrie e nel governo federale e sulla promozione dei forum sulla gestione del lavoro (6 marzo 2024)
– Ordine esecutivo sulla cessazione dell’emergenza rispetto alla situazione nello Zimbabwe (4 marzo 2024)

4 aprile 2024

Continui capovolgimenti dei sondaggi: troppo presto per fidarsene

“Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden in sei dei sette Stati più contesi nelle elezioni del 2024, spinto da un’ampia insoddisfazione degli elettori per l’economia nazionale e da profondi dubbi sulle capacità e sulle prestazioni lavorative di Biden”.
Così un nuovo sondaggio del Wall Street Journal.
Come non ricordare che solo pochi giorni fa Bloomberg diceva esattamente l’opposto?
A parte i dubbi comunque da nutrire nei confronti di tutte queste rilevazioni, va ancora e sempre ripetuto che è davvero troppo presto e che il citato 5 novembre è elettoralmente lontanissimo.

4 aprile 2024

Presidenziali del 1964

Alle urne il 3 novembre.
Per la prima volta, a seguito della approvazione del XXIII Emendamento datato 1961, votano anche i cittadini del Distretto di Columbia.
Dal 1964 ad oggi – 2020 compreso e sarà così anche nel 2024 – il numero degli Elettori è fissato a cinquecentotrentotto e la maggioranza assoluta degli stessi è duecentosettanta.
Il Partito Democratico ha in casa un cavallo di razza vincente, il Presidente Lyndon Johnson, la cui azione riformatrice è apprezzata praticamente ovunque e da larghissimi strati popolari.
È pertanto naturale che in quel di Atlantic City il successore di Kennedy venga candidato all’unanimità sulla base di un programma assolutamente progressista (ed erano quelli i tempi giusti per, in quella direzione, operare fattivamente).
Il Partito Repubblicano – decisamente non cogliendo il momento storico – rifiuta il candidato cautamente aperturista Nelson Rockfeller, Governatore del New York, e si affida al Senatore dell’Arizona Barry Goldwater.
Mentre a fianco di Johnson corre Hubert Humphrey, con Goldawater ecco il primo candidato cattolico che mai il GOP abbia inserito in un ticket: Warren Miller.
È questa la tornata politica che cambia alla radice la geopolitica americana.
Lyndon Johnson, lungi dal limitarsi a vincere negli Stati normalmente democratici (anzi, perdendone alcuni nel Meridione), conquista l’intero Nord del Paese, un numero incredibile di Stati che da sempre votavano repubblicano.
È una rivoluzione duratura: da allora, normalmente ma non sempre, il Nord si esprimerà per il Partito dell’Asino e il Sud per il GOP.
L’Elefantino, di contro, è demolito.
Goldwater vince in soli sei Stati cinque dei quali nel Sud.
Quanto agli Elettori, saranno quattrocentoottantasei (nessun altro democratico, dopo, ritoccherà questo record) per Johnson contro i cinquantadue del Senatore dell’Arizona.
Va qui sottolineato che il trionfo di Johnson è assolutamente personale.
Lo dimostra il fatto che dopo il 1964 nessun candidato democratico sarà in grado di vincere come lui fece nell’occasione in Alaska, Idaho, Kansas, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Utah e Wyoming!
Divertente, poi, il fatto che la candidatura di Goldwater fosse messa in discussione in relazione al requisito richiesto dalla Costituzione relativamente alla citaddinanza USA dalla nascita.
Il Nostro, infatti, era nato in Arizona prima che quel territorio fosse accolto nell’Unione.
I puristi, quindi, eccepivano al riguardo.

4 aprile 2024

Kentucky: risultati elettorali in occasione della Presidenziali

1792: (George Washington)
1796: Democratico-Repubblicano (Jefferson)
1800: Democratico-Repubblicano (Jefferson)
1804: Democratico-Repubblicano (Jefferson)
1808: Democratico-Repubblicano (Madison)
1812: Democratico-Repubblicano (Madison)
1816: Democratico-Repubblicano (Monroe)
1820: Democratico-Repubblicano (Monroe)
1824: Democratico-Repubblicano (Clay)
1828: Democratico (Jackson)
1832: National Republican (Clay)
1836: Whig (W. Harrison)
1840: Whig (W. Harrison)
1844: Whig (Clay)
1848: Whig (Taylor)
1852: Whig (Scott)
1856: Democratico (Buchanan)
1860: Costitutional Union (Bell)
1864: Democratico (McClellan)
1868: Democratico (Seymour)
1872: Democratico (Greeley)
1876: Democratico (Tilden)
1880: Democratico (Hancock)
1884: Democratico (Cleveland)
1888: Democratico (Cleveland)
1892: Democratico (Cleveland)
1896: Repubblicano (McKinley)
1900: Democratico (Bryan)
1904: Democratico (Parker)
1908: Democratico (Bryan)
1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Democratico (Cox)
1924: Repubblicano (Coolidge)
1928: Repubblicano (Hoover)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Democratico (F. D. Roosevelt)
1944: Democratico (F. D. Roosevelt)
1948: Democratico (Truman)
1952: Democratico (Stevenson)
1956: Repubblicano (Eisenhower)
1960: Repubblicano (Nixon)
1964: Democratico (Johnson)
1968: Repubblicano (Nixon)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Democratico (Carter)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Democratico (B. Clinton)
1996: Democratico (B. Clinton)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Trump)
2020: Repubblicano (Trump)

4 aprile 2024

Gli sconfitti: Horace Greeley, un caso davvero unico

Figura di vero rilievo e non solo in campo politico quella di Horace Greeley.
Direttore di giornali fin dalla giovane età, giornali spesso da lui stesso fondati, fu tra i più forti sostenitori dell’abolizione della schiavitù.
Venuto a morte – politicamente parlando – il partito whig nel quale aveva militato, il nostro fu nel 1854 tra i fondatori del partito repubblicano.
Finita la Guerra di Secessione (aveva, ovviamente, parteggiato per il Nord), accusando di corruzione il suo stesso partito, nel 1872, si propose come candidato a White House, non per i democratici (che, comunque, lo appoggiarono), ma per il neonato e presto sepolto Partito Repubblicano Liberale.
Purtroppo, fu sconfitto rovinosamente da Ulysses Grant.

Provato dalla dipartita della moglie Mary Young Cheney – deceduta pochi giorni prima del voto novembrino – e piegato dalla débacle elettorale, raggiunse all’altro mondo l’adorata moglie il 29 novembre 1872.

E’ questo l’unico caso nel quale gli Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli dagli elettori comuni) collegati a un candidato (sia pure perdente) non hanno potuto esprimersi in sede di Collegio.
I sessantasei ‘suoi’ delegati, sciolti da ogni sia pur etico impegno, dispersero pertanto nell’occasione i loro voti.

4 aprile 2024

Nikki Haley continua ad avere seguito!

Occorre interrogarsi a proposito dell’effettivo sostegno tra i repubblicani di Donald Trump.
Nelle Primarie che hanno visto al voto New York, Rhode Island, Wisconsin, per quanto da parecchio tempo ritiratasi dalla corsa per la Nomination GOP, Nikki Haley ha raccolto all’incirca il tredici per cento dei voti (era sulla lista, evidentemente stampata prima dell’abbandono).
Ove si aggiunga che è nei centri più abitati che Trump scende, il quadro non è in realtà esaltante per lui.
Non ovviamente per la candidatura, in cassaforte, ma per lo scontro finale.
Haley, ricorderete, non ha invitato i propri elettori a spostarsi sul rivale.
Vedremo.

4 aprile 2024

Nebraska, in prima linea, Omaha, senza trascurare Lincoln e contadi vari

Detto che il Nebraska
– è uno dei quindici Stati nati in conseguenza della acquisizione, nel 1803, da parte dell’Unione della vastissima Louisiana Francese (‘Louisiana Purchase’ o, vista dai galletti, ‘Vente de la Louisiane’)
– che è entrato nella Confederazione quale trentasettesimo componente l’1 marzo 1867
– che è il solo partendo dal quale e verso qualsiasi direzione si vada (Nord compreso, sconfinando in Canada) si devono attraversare almeno altri tre Stati per arrivare agli oceani (è per questo che l’omahaian Marlon Brando ambienta parte dell’unico film che abbia anche diretto, ‘I due volti della vendetta’, sul mare al quale assolutamente aspirava)
– che è altresì ancora il solo ad avere adottato un sistema legislativo monocamerale (ragione per la quale non è possibile la ‘Trifecta’, la situazione cioè nella quale un partito conquista contemporaneamente il Governatorato e la maggioranza nelle due Camere locali)
– che, unitamente al Maine, essendo la normativa in materia di competenza statale, non applica per la nomina dei propri Elettori (Electors, con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni visto che sono loro che effettivamente eleggono il Capo dello Stato USA nel dicembre seguente, il primo lunedì dopo il secondo mercoledì di quel mese, le votazioni novembrine fissate invece dal 1848 al primo martedì dopo il primo lunedì dell’anno bisestile) il ‘Winner Takes All Method’, ragione per la quale i repubblicani, pur da tempo colà in maggioranza, in non poche occasioni possono contare solo su quattro dei predetti delegati e non sui cinque di attuale e recente attribuzione ai sensi dei risultati del Censimento nazionale che, decennalmente, dal 1790 nell’anno con finale zero, in proporzione al numero degli abitanti appunto li stabilisce
– che ha per motto ‘Equality Before the Law’, non parlando quindi come tutti a vanvera di giustizia ben sapendo che il massimo al quale è possibile aspirare è un trattamento equo conseguente alla applicazione delle leggi che essendo umane, come dimostra il fatto che vengono regolarmente riscritte, sono infine comunque sostanzialmente ingiuste
– che per quanto nato in Illinois il più giovane candidato che abbia corso, sia pure invano, per la Executive Mansion e cioè il democratico William Jennings Bryan, appena trentaseienne nel 1896, era Rappresentante del Nebraska alla Camera
– che il futuro autore delle celeberrime sculture gigantesche dei Presidenti George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt del Monte Rushmore, Gutzon Borglum, giovinetto, ha vissuto e studiato ad Omaha e poi Fremont, colà
– che si intitola ‘Nebraska’ una bellissima ballata di Bruce Springsteen compresa nell’album omonimo datato 1982
– che è nato in Nebraska il protagonista del serial ‘Newsroom’ Will McAvoy, repubblicano alla vecchia maniera creato dal grande Aaron Sorkin
– che è del 2013 il film in bianco e nero ‘Nebraska’ opera del due volte Premio Oscar e omahaiano Alexander Payne con il quale Bruce Dern ha vinto il ‘Prix d’interprétation masculine’ a Cannes
– che Omaha è la città più popolosa del Cornhusker State (Stato dello spannochiatore)
– che sorge sulla riva destra del fiume Missouri
– che prende nome da una locale e tuttora esistente tribù di nativi americani
– che antropologicamente indica un modello di classificazione proprio delle società patrilineari
– che è stata fino all’1 marzo 1867 la prima capitale del Territorio (gli Stati erano e sono così denominati prima di essere, quando rispondono ai requisiti richiesti, ammessi nell’Unione)
– che fu allora sostituita da Lincoln nel ruolo fra molte polemiche visto che la gran parte dei nebraskani, nella da pochissimo terminata ‘Guerra di Secessione’, avevano combattuto per il Sud
– che era il punto di partenza delle piste per l’Oregon
– che fu sede iniziale della ‘First Transcontinental Railroad’ (1862 e inaugurata nel 1869 dopo di che il collegamento ferroviario New York/Sacramento, California, entrò in funzione)
– che a Omaha ebbe luogo nel 1892 la Convention che ha dato fondamento al Partito Populista e ha indicato come candidato alle Presidenziali del seguente 8 novembre James Weaver
– che qui, nel 1898, si svolse tra l’1 giugno e il primo di novembre la ‘Trans Mississippi and International Exposition’ fiera internazionale che intese celebrare lo sviluppo sociale ed economico del West dal fiume Mississippi alla costa del Pacifico
– che in quell’ambito, dal 4 agosto al 31 ottobre, ebbe svolgimento l’‘Indian Congress’ con la partecipazione di cinquecento membri di trentacinque diverse tribù e alla presenza di Geronimo
– che è collocazione di due importanti realtà culturali quali la ‘Omaha Symphony’ e la ‘Omaha Opera’
– in più, che è così chiamata una decisamente diffusa specialità del poker e
– Omaha Beach era il nome in codice di una delle spiagge sulle quali avvenne lo ‘Sbarco di Normandia’, il 6 giugno 1944
– che il purosangue terzo vincitore della mitica ‘Triple Crown’ si chiamava proprio Omaha
– che in un episodio del primo anno dell’ottima serie TV ‘Elementary’ un gruppo di complottisti la indica come futura sede della capitale federale a seguito dell’innalzamento del livello delle acque marine a causa di un provocato disgelo che rende impossibile la vita a Washington
– che Omaha è luogo di nascita di Penny, principale protagonista femminile di ‘The Bing Bang Theory’
– che è a Omaha che si colloca la direzione della società per la quale lavora George Clooney in ‘Tra le nuvole’
– che ad Omaha viene operata Geena Davis protagonista de ‘Una donna alla Casa Bianca’
– che è davvero cospicuo e meritevole di segnalazione il numero della persone colà nate che si sono grandemente distinte nei più diversi campi: culturali, letterari, cinematografici, economici, politici, sportivi, scientifici, tanto che arrivai, anni orsono, a suggerire a un mio cugino che lavorava negli USA di far venire al mondo proprio ad Omaha la nascitura figlia
– che vale certamente la pena di aggiungere qui, in ordine alfabetico, un purtroppo (sono numerosissimi) selezionato elenco degli accennati dessi:
Fred Astaire, Max Baer, Marlon Brando, Warren Buffett , Montgomery Clift, Gerald Ford, Wynonie Harris, Christopher Lasch, Dorothy McGuire, Charlie Munger, Nick Nolte, Alexander Payne, Andy Roddick, Nicholas Sparks, Lynn Stalmaster e Malcom X
– che mi sovviene ora che esiste un particolare collegamento tra Omaha e l’Italia nel campo delle dodici corde dato che il citato boxeur Max Baer fu il detronizzatore del nostro primo campione del mondo di pugilato, il leggendario peso massimo Primo Carnera
– che correva il 14 giugno del 1934 e a ben guardare è quello (programmato al Madison Square Garden nuovaiorchese) uno dei combattimenti peggio arbitrati di sempre, in particolare (ma non solamente), mai essendo state applicate nel corso le regole relative ai dovuti conteggi dopo i singoli atterramenti, cosa che ha largamente favorito lo sfidante
– che Lincoln peraltro si batte abbastanza bene quanto ai nativi potendo contare almeno su
Dick Cheney, Mignon G. Eberhart, Bob Kerrey, Jack Sock, Hillary Swank
– che nella cittadina di Kearney è nato il Segretario al Commercio con Richard Nixon Peter George Peterson,
– che nel piccolo centro di Tekamah nacque
Hoot Gibson,
– che a Grand Island ha aperto gli occhi nientemeno che Henry Fonda
– e ad Hastings Sandy Dennis
– che… puntini puntini puntini

3 aprile 2024

Trump e Pillen intendono convertire al Winner Takes All Method il Nebraska?

Come più volte detto, il Nebraska (con il Maine) non adotta per l’attribuzione dei propri Electors (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni visto che loro specifico compito è quello di eleggere effettivamente il Presidente) il Winner Takes All Method in base alla cui applicazione il vincitore per voti popolari conquista tutti i Delegati al Collegio Elettorale al quale lo Stato ha diritto.
Per conseguenza, nel 2020, nella Circoscrizione di Omaha (una delle tre nelle quali è diviso) prevalse il partito democratico e quell’Elettore specifico andò a Joe Biden.
Preannunciandosi in questo 2024 un esito davvero stretto, ad evitare che in un arrivo testa a testa proprio il Delegato di Omaha sia determinante per la conferma di Biden,
(il quale se perdesse solo l’Arizona, la Georgia e il Nevada rispetto agli Stati vinti nel 2020, avrebbe comunque la maggioranza dei grandi elettori 270-268 grazie proprio al Distretto di Omaha) Donald Trump ha chiesto al Governatore repubblicano dello Stato Jim Pillen di proporre una legge che riporti in auge il Winner Takes All.
Dato che la maggioranza del Grand Old Party nel Parlamento locale è dei due terzi, con buonissima probabilità la modifica verrà approvata.

3 aprile 2024

Trump vuole la “Giornata della visibilità cristiana”

Nel corso di una manifestazione elettorale tenutasi martedì sera in Wisconsin, Donald Trump ha dichiarato di volere che il giorno delle elezioni quest’anno venga intitolato alla visibilità cristiana.
L’ex Presidente ha detto: “Occorre porre rimedio alla dilagante mancanza di rispetto verso i cristiani e per farlo il 5 novembre sarà chiamato in un altro modo. Sarà la ‘Giornata della visibilità cristiana’ e in quella circostanza i cristiani si presenteranno alle urne in numeri che nessuno ha mai visto prima”.

3 aprile 2024