Arkansas. Storia elettorale in occasione delle presidenziali

1836: Democratico (Van Buren)
1840: Democratico (Van Buren)
1844: Democratico (Polk)
1848: Democratico (Cass)
1852: Democratico (Pierce)
1856: Democratico (Buchanan)
1860: Democratico Sudista (Breckinridge)
1864: Guerra civile
1868: Repubblicano (Grant)
1872: Repubblicano (Grant)
1876: Democratico (Tilden)
1880: Democratico (Hancock)
1884: Democratico (Cleveland)
1888: Democratico (Cleveland)
1892: Democratico (Cleveland)
1896: Democratico (Bryan)
1900: Democratico (Bryan)
1904: Democratico (Parker)
1908: Democratico (Bryan)
1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Democratico (Cox)
1924: Democratico (Davis)
1928: Democratico (Smith)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Democratico (F. D. Roosevelt)
1944: Democratico (F. D. Roosevelt)
1948: Democratico (Truman)
1952: Democratico (Stevenson)
1956: Democratico (Stevenson)
1960: Democratico (Kennedy)
1964: Democratico (Johnson)
1968: Indipendente (Wallace)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Democratico (Carter)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Democratico (B. Clinton)
1996: Democratico (B. Clinton)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Trump)
2020: Repubblicano (Trump)

21 marzo 2024

Presidenziali del 1908

3 novembre, il giorno del voto.
Quattrocentoottantatre gli Electors da eleggere.
Duecentoquarantadue la maggioranza assoluta.
Sessantacinque e quattro la percentuale degli aventi diritto al suffragio effettivamente andata alle urne.
Il Partito Repubblicano tiene la Convention a Chicago.
Il Partito Democratico a Denver.
In lizza ancora il socialista Eugene Debs.
Si comincia a parlare di Primarie.

Theodore Roosevelt?
Chi avrebbe potuto impedire una sua rielezione nel 1908?
Amato dalle folle, capace di pugnare ferocemente contro i conservatori, riformatore audace, attore di peso nella politica internazionale, Premio Nobel per la Pace…
Ma nel 1904 Teddy aveva promesso che non avrebbe cercato dipoi una successiva investitura dal GOP (non va dimenticato che, ripresentandosi, aveva infranto la regola non scritta ma rispettata da quanti su quella strada lo avevano preceduto che imponeva ai Vice succeduti mortis causa in corso di mandato di ritirarsi, di non chiedere una Nomination al termine del quadriennio che li vedeva arrivare allo scranno presidenziale).

Mantenne la parola ma operò perché a succedergli fosse un uomo di sua fiducia e identificò quest’uomo in William Taft.
Di ottima famiglia, Giudice Federale, Governatore Civile delle Filippine, amministratore della zona del Canale di Panama, Segretario alla Guerra con Theodore, Taft possedeva tutti i requisiti auspicabili per ricoprire degnamente l’incarico.
Scelto appunto Taft, i repubblicani gli affiancarono un altro Sherman (non John, più volte in corsa in passato, non William Tecumseh, bensì James, all’epoca membro della Camera dei Rappresentanti).

I democratici, sperando che gli elettori non identificassero (come invece fecero) il candidato GOP con il Presidente uscente, ricorsero per la terza ed ultima volta a William Jennings Bryan.
Con lui, nel ticket, dall’Indiana John Kern.

Il repubblicano vinse nettamente riportando ventinove Stati e trecentoventuono Elettori.
Al povero Bryan restarono diciassette Stati e centosessantadue voti al Collegio.

21 marzo 2024

Nikki Haley votata anche dopo il ritiro ufficiale

Martedì dedicato alle Primarie in Ohio, Arizona, Kansas, Florida e Illinois ieri 19 marzo.
Ovvie, larghe vittorie dei due concorrenti rimasti in corsa, Joe Biden e Donald Trump, ci mancherebbe altro.
A ben guardare, però, non è andata proprio così.
In Ohio e Kansas il venti per cento non ha votato per il Presidente in carica e tra i repubblicani – incredibilmente ma significativamente visto che si è ritirata ufficialmente – in media il quattordici per cento ha scelto Nikki Haley la quale ha addirittura sfiorato il venti in Arizona.

20 marzo 2024

Le elezioni nei singoli Stati. Particolarità

Ovviamente, in ciascuno degli Stati componenti l’Unione si vota periodicamente (la durata dei mandati è determinata a livello locale come la composizione dei Parlamenti e i requisiti elettorali attivi e passivi richiesti).

Entrando più articolatamente nel tema, il termine di origine latina Trifecta è in uso per descrivere il governo monopartitico, quando cioè un solo movimento politico detiene il Governatorato e la maggioranza in entrambe le Camere in uno Stato.
(Va qui segnalato che, unico fra i cinquanta, il Nebraska ha un sistema monocamerale).

Al 19 marzo 2024, nei cinquanta componenti l’Unione ci sono ventitre Trifecta repubblicani, diciassette democratici e dieci governi divisi in cui nessuno dei due partiti detiene il controllo totale come descritto.

Risultato delle elezioni del 2023 quaranta Trifecta in tutto il Paese.
Si tratta di più triplette che in qualsiasi altro periodo dal 1992 al 2022.

Appunto tra il 1992 e il 2024, il maggior numero di triplette per ciascun partito è stato diciotto per i democratici (nel 1993) e ventisei per i repubblicani (nel 2018).

Nel gennaio 2024, il 41,7% della popolazione del Paese viveva in uno Stato con una triade democratica, il 41,0% viveva in uno con triade repubblicana e il 17,4% viveva in uno Stato con un governo diviso.

Lo Utah è l’unico Stato che abbia mantenuto la Trifecta dal 1992 al 2024, con
i repubblicani che hanno vinto nei tre ambiti in ciascuno di quegli anni.

20 marzo 2024

Biden sconfitto dal Texas davanti alla Corte Suprema

La Corte Suprema degli Stati Uniti consente al Texas di iniziare ad arrestare ed espellere chi entra illegalmente negli Stati Uniti.
Con sei voti a favore e tre contrari, i saggi giudici rifiutano di bloccare la nuova legge dello Stato della stella solitaria, criticata aspramente dall’amministrazione del presidente Joe Biden, che l’ha definita un’intrusione senza precedenti nel potere federale di decidere le politiche sull’immigrazione.
Il mancato blocco della norma è una sconfitta per il Presidente sul tema dei migranti, al centro della campagna per le presidenziali di questo autunno.

20 marzo 2024

Arizona: storia elettorale in occasione delle presidenziali

1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Repubblicano (Harding)
1924: Repubblicano (Coolidge)
1928: Repubblicano (Hoover)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Democratico (F. D. Roosevelt)
1944: Democratico (F. D. Roosevelt)
1948: Democratico (Truman)
1952: Repubblicano (Eisenhower)
1956: Repubblicano (Eisenhower)
1960: Repubblicano (Nixon)
1964: Repubblicano (Goldwater)
1968: Repubblicano (Nixon)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Repubblicano (Ford)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Repubblicano (G. H. Bush)
1996: Democratico (B. Clinton)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Tump)
2020: Democratico (Biden)

20 marzo 2024

Presidenziali del 1904

Alle urne l’8 novembre.
Netto calo, l’otto per cento in meno, dei votanti e quindi ci si ferma al sessantacinque e due degli aventi diritto.
Quattrocentosettantasei gli Elettori.
Duecentotrentanove la maggioranza assoluta.

Torna in pista per il Partito Socialista Eugene Debs e stavolta supera i quattrocentomila voti popolari sfiorando davvero il tre per cento.

Il Partito Repubblicano ha in casa un cavallo di razza, il travolgente Teddy Roosevelt in cerca di conferma, visto che è il primo Vice subentrato al titolare che si propone personalmente dopo avere esercitato la Presidenza in luogo e vece dell’eletto.
In precedenza, John Tyler, Millard Fillmore, Andrew Johnson e Chester Arthur, i quattro Vice arrivati in vetta a seguito del decesso del Presidente al cui seguito operavano, giunti al termine del mandato, non si erano ripresentati (per il vero, Fillmore lo aveva fatto ma nel 1856, non quindi nel mandato immediatamente successivo a quello nel quale era stato seduto sul massimo scranno).

L’unica possibile alternativa alla Nomination di Teddy è il Senatore Mark Hanna che allorquando il Nostro era subentrato al ‘suo’ (ne era sostenitore e finanziatore) McKinley lo aveva definito “quel maledetto cowboy”.
Hanna, però, muore improvvisamente e la Convention GOP di Chicago investe Theodore per acclamazione.

Considerando il Presidente uscente un radicale, l’ala più conservatrice del partito gli mette accanto un serissimo Senatore dell’Indiana, Charles Fairbanks.

Il Partito Democratico, in difficoltà, cerca rifugio nel Giudice Capo della Corte d’Appello di New York Alton Parker, già quattro anni prima in corsa, sia pure in seconda fila, tra i candidati alla Vice Presidenza.
Il ticket dell’Asino viene completato con Henry G. Davis, un milionario self made man già Senatore del West Virginia.

A ben guardare, è questa la prima volta – ove si escludano elezioni molto lontane – nella quale il vincitore effettivamente domina.
La prima volta nella quale a proposito dell’esito, guardando al perdente si usa l’espressione ‘landslide’, in italiano ‘frana’, volendo ‘valanga’.
Il repubblicano vince infatti in trentadue Stati e cattura trecentotrentasei Elettori.
Il democratico si accontenta (?) di tredici Stati e di centoquaranta delegati al Collegio.

Va anche riportato in termini percentuali il risultato di Thomas Watson, a suo tempo (nel 1896) candidato Vice di Bryan per il Partito Populista, partito che tenacemente rappresenta questa volta in veste di primo componente del ticket.
Ottiene lo zero e ottantaquattro per cento.
Nel prossimo 1908 conquisterà lo zero e diciannove, nella elezione che segnerà il canto del cigno del glorioso (con Weaver era arrivato a vincere cinque Stati nel 1892) movimento politico.

20 marzo 2024

“Non voterei mai per Joe Biden”, ha detto Mike Pence. “Sono repubblicano”

Non che l’ex suo due volte Running Mate e in una circostanza Vice gli fosse più vicino come una volta.
Già nel fatale 6 gennaio 2021 si era dimostrato diverso (eccome!).
Parlo evidentemente di Mike Pence che in questi giorni ha reso pubblico il proprio dissenso nei confronti di Donald Trump.
Precedenti (comunque rilevanti) a parte, non rileva l’uomo dell’Indiana nel programma elettorale e negli atteggiamenti politici dell’ex capo posizioni coerenti con quel sano (dal suo punto di vista) repubblicanesimo conservatore che non pochi definirebbero, purtroppo, di una volta.
Fugando possibili dubbi (che in verità solo quanti ignorano totalmente la buona politica americana, forse oggi piu rara, possono nutrire), come riportato nel titolo – probabilmente rappresentando una chissà se piccola fascia dei conservatori – ha dichiarato:
“Non voterei mai per Joe Biden.
Sono repubblicano”.
Chapeau!

19 marzo 2024

Trump esclude Vivek Ramaswamy come possibile candidato alla Vicepresidenza ma…

“Donald Trump ha escluso Vivek Ramaswamy come suo Vice e sta invece puntando sull’imprenditore che nei primi giorni gli ha conteso la Nomination per un posto nel gabinetto”, riferisce Bloomberg.
Secondo persone informate dei fatti, il tycoon ha detto personalmente a Ramaswamy che non sarà incluso nel ticket, ma che sta prendendolo in considerazione per altri incarichi.
In particolare, quello di Segretario per la Sicurezza Nazionale.
“Alcuni alleati di Trump”, prosegue Bloomberg, “vedono Ramaswamy come la persona giusta per tale lavoro perché eccelle nel parlare in pubblico e, in quanto figlio di un immigrato indiano-americano, potrebbe neutralizzare le critiche sulle radicali restrizioni all’immigrazione.

19 marzo 2024

Dove possono incidere il 5 novembre Green e Libertarian?

Come già detto, per essere ammessi al voto novembrino occorre ottenere Stato per Stato, seguendo iter spesso differenti, il Ballot Access.
Come altresì detto, naturalmente, Democratici e Repubblicani non hanno problemi in questo ambito, ci mancherebbe.
Alla stregua inoltre di quanto in precedenza narrato, tra i numerosi differenti movimenti politici (di molti dei quali non si parla tanto poco pesano elettoralmente), praticamente solo i verdi del Green Party e i libertariani appunto del Libertarian Party hanno di quando in quando – per diffusione, si badi – altrettanta voce in capitolo.
Non così, sembrerebbe, quest’anno.
Guardando agli Stati che consegnano al vincitore per voti popolari il maggior bottino in termine di Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli minori avendo loro il compito effettivo di eleggere il Presidente nel Collegio che compongono), gli indicati partiti terzi corrono in California, Texas e Florida ma ad oggi non risultano di scena nel New York, in Pennsylvania e in Ohio, per dire.
Va qui ricordato che nel 2000 il successo, sia pure assolutamente parziale del verde Ralph Nader nello Stato con capitale Tallahassee, non con certezza ma secondo la maggioranza degli analisti, provocò la sconfitta colaggiù di Al Gore e la conquista di White House ad opera di George Walker Bush.
Va anche rammentato che nel 2016 alcuni esiti locali favorevoli a Gary Johnson o a Jill Stein (rispettivamente, libertariano e verde) sia pure numericamente in apparenza di poco conto hanno inciso sulla attribuzione a Donald Trump di Stati minori infine risultati decisivi.
Fino alla noia, va ripetuto che indicare oggi ed anche nei prossimi mesi, estate compresa, il vincente nel rematch Biden/Trump è follia, infiniti (molti già ricordati in recenti altri articoli) essendo i casi nei quali clamorose rimonte (o forse clamorose smentite a sondaggi sbagliati) hanno avuto luogo.
A chiudere, la verità è che in questi giorni e a dire il vero dall’inizio, Donald Trump è considerato in vantaggio ma il suo margine, è stato autorevolmente detto, è pari a quello di una squadra di basket che prevalga di due punti al termine del primo quarto!
Vedremo.

19 marzo 2024