Nevada caoticamente alle urne il 6 e l’8 febbraio 

Donald Trump e Nikki Haley saranno entrambi in gara in Nevada la prossima settimana, ma gli ultimi contendenti alla Nomination del Grand Old Party per il 2024 non risultano sulla stessa scheda elettorale.
Haley parteciperà alle Primarie di martedì 6 febbraio, mentre Trump sarà preso in considerazione dai votanti dei Caucus repubblicani giovedì 8.
I due confronti sono il prodotto di una nuova legge statale che impone le Primarie e dell’insistenza del Partito Repubblicano di continuare a tenere i Caucus come ha fatto fin dagli anni Ottanta.
In palio in questi ultimi gestiti dal partito – dove è probabile che Trump vinca in modo schiacciante – ci sono 26 delegati alla Convenzione nazionale repubblicana.
Le Primarie non daranno invece luogo a delegati alla Republican National Convention per il vincitore.
Un notevole caos.

30 gennaio 2024

La distribuzione degli Electors Stato per Stato

La ripartizione degli Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni dato che loro specifico compito è eleggere il Presidente nel dicembre successivo le votazioni novembrine che li riguardano) – nel numero totale di cinquecentotrentotto (1), ragione per la quale la maggioranza assoluta da raggiungere da parte dei candidati è pari a duecentosettanta – conseguente ai risultati del Censimento del 2020 e valida in occasione delle elezioni presidenziali del 2024 (come del 2028) è la seguente:

Alabama, 9
Alaska, 3
Arizona, 11
Arkansas, 6
California, 54
Colorado, 10
Connecticut, 7
Delaware, 3
District of Columbia , 3
Florida, 30
Georgia, 16
Hawaii, 4
Idaho , 4
Illinois, 19
Indiana, 11
Iowa, 6
Kansas, 6
Kentucky, 8
Louisiana, 8
Maine, 4
Maryland, 10
Massachusetts, 11
Michigan, 15
Minnesota, 10
Mississippi, 6
Missouri, 10
Montana, 4
Nebraska, 5
Nevada, 6
New Hampshire, 4
New Jersey, 14
New Mexico, 5
New York, 28
North Carolina, 16
North Dakota, 3
Ohio, 17
Oklahoma, 7
Oregon, 8
Pennsylvania, 19
Rhode Island, 4
South Carolina, 9
South Dakota, 3
Tennessee, 11
Texas, 40
Utah, 6
Vermont, 3
Virginia, 13
Washington, 12
West Virginia, 4
Wisconsin, 10
Wyoming, 3

(1) pari al numero dei componenti i due rami del Congresso (cento Senatori più quattrocentotrentacinque Rappresentanti) con l’aggiunta dei tre spettanti al Distretto di Columbia.
Per la necessaria completezza dell’informazione, tale numero è invariato dalle votazioni del 1964 (nel 1959 erano entrati a far parte dell’Unione Alaska ed Hawaii ma solo nel 1961 un Emendamento ha determinato la partecipazione al voto presidenziale del citato Distretto).

30 gennaio 2024

Il Diritto di Voto alle donne nel 1916

Corre il 1916, anno elettorale.
L’Emendamento – il Diciannovesimo – che concederà alle donne il Diritto di Voto è di là da venire.
Entrerà difatti in vigore nel 1920.
Se questa è la realtà dei fatti, come mai è possibile sostenere che il democratico Woodrow Wilson abbia ottenuto il suo secondo mandato – esercitato poi dal 4 marzo 1917 – in quella circostanza proprio perché votato dalle Signore?
Semplicemente (niente affatto), perché la questione inerente (non soltanto quanto al diritto ma anche in relazione al metodo da usare nel votare) era ed è demandata ai singoli Stati.

Dodici in effetti quelli che nel tempo lo avevano già concesso:
Wyoming nel 1890
Colorado nel 1893
Utah nel 1896
Idaho nel 1896
Washington nel 1910
California nel 1911
Arizona nel 1912
Kansas nel 1912
Oregon nel 1912
Illinois nel 1913
Montana nel 1914
Nevada nel 1914.

Orbene, in dieci di questi il Presidente vinse conquistando i relativi Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni dato che loro specifico compito è eleggere il Presidente nel dicembre successivo alle votazioni novembrine).
Solo l’Oregon e l’Illinois si pronunciarono per lo sfidante repubblicano Charles Evans Hughes.
Ebbe nell’occasione importanza – e quale? – il fatto che nel corso della campagna elettorale Wilson si palesasse contro l’eventuale entrata USA nella Guerra in corso in Europa e l’avversario a favore?
Sia come sia, il seguente 6 aprile 1917 gli Stati Uniti erano in effetti in guerra.

29 gennaio 2024

Differente influenza temporale dei Censimenti ai fini della distribuzione degli Elettori

538 oggi e dalle votazioni del 1964 gli Elettori (Electors, con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni in quanto incaricati di eleggere effettivamente il Capo dello Stato nella riunione del Collegio che li compone in data successiva a quella novembrina a seguito della quale sono stati scelti).
La loro distribuzione è conseguenza dell’esito dei Censimenti che consentono di conoscere il numero degli abitanti di ciascuno dei membri dell’Unione e su tale base (dopo avere determinato la ripartizione dei componenti la Camera dei Rappresentanti e in conseguenza) li collocano proporzionalmente.
Il primo Census ha avuto luogo nel 1790 e i seguenti ogni decennio, sempre nell’anno con finale zero.
La validità temporale di queste rilevazioni muta come ad esempio dimostra il fatto che gli esiti di quello datato 2010 hanno avuto effetto su tre elezioni (nel 2012, nel 2016 e nel 2020), mentre il più recente dello stesso 2020 su due visto che condiziona oggi la distribuzione degli Electors nel 2024 e lo farà ancora nel 2028.

29 gennaio 2024

Perdere vincendo. Vincere perdendo (Non solo guardando alle Presidenziali)

2016, Hillary Rodham Clinton conquista con largo margine la maggioranza dei voti popolari a livello nazionale e perde la corsa verso l’Executive Mansion (1).
Ovviamente all’opposto, Donald Trump ottiene, sempre nell’intera Unione, un numero minore di suffragi e vince.
Per quanto la medesima situazione si sia verificata in precedenza nel 1876, nel 1888 e nel recente 2000 (costantemente a danno dei democratici risultando sempre eletti i candidati repubblicani!) l’accadimento stupisce i non addetti ai lavori.
Non sembra possibile il patatrac ricevendo, come nel caso, milioni di suffragi in più.
Fatto sta che negli Stati Uniti l’attribuzione degli Elettori (Electors, con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni che li scelgono a far luogo dalle votazioni del 1848 il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile conferendogli il compito di nominare effettivamente il Presidente in un successivo momento e cioè il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del seguente dicembre) avviene Stato per Stato contando appunto localmente e non a livello federale l’esito popolare.
Nello specifico 2016, Hillary Clinton, per dire, ha vinto in California con un margine di ben oltre tre milioni di preferenze ed avrebbe ottenuto il medesimo risultato prevalendo di un suffragio soltanto.
Il tycoon, sempre per dire, ha ottenuto negli Stati poi rivelatisi decisivi i relativi Elettori spesso per poche migliaia di voti in più.
Non va mai dimenticato che gli USA sono uno Stato federale e che in questa come in altre circostanze contano, decidono, i singoli membri componenti e non l’intera Unione.

Elezioni presidenziali a parte, è possibile vincere nelle Primarie ed ottenere la Nomination avendo contro la maggioranza dei cittadini che alle citate votazioni prendono parte.
È accaduto e può succedere in campo repubblicano (in quello opposto si procede quasi sempre proporzionalmente, la qual cosa porta a differenti, non sempre del tutto accettabili conseguenze: per esempio, nel 2008 Hillary Clinton ha perso da Barack Obama pur prevalendo in tutti gli Stati più importanti!) allorquando i Delegati di uno Stato alla Convention sono selezionati con il winner takes all method assoluto.
Nel momento in cui si decide che il candidato che riceve proporzionalmente – anche non raggiungendo la maggioranza appunto assoluta – più suffragi conquista tutti gli aventi in seguito, congressualmente, diritto ad esprimersi.
Per capirci, se in uno Stato che adotti il predetto metodo l’’aspirante alla Nomination mister X ottiene il quaranta per cento delle espressioni di voto e due o più rivali si dividono il restante sessanta il desso potrà contare su tutti i Delegati in gioco pur avendo contro (magari non ferocemente ma contro) la maggioranza degli elettori – iniziale minuscola – del partito locali.
Ove tale configurazione si ripetesse in un numero cospicuo di momenti la Convention conseguente vedrebbe ammessi i rappresentanti di una sia pur consistente, ma tale, minoranza.
E può benissimo accadere che poi, a novembre, nelle urne vengano a mancare al così Nominato gli appoggi di parte dei delusi (che si astengono decidendo per la traversata del deserto in attesa di un candidato gradito sia pure magari anni dopo) con poco piacevoli conseguenze.

Volendo, un caso ancor più evidente, clamoroso, di prevalenza della minoranza si ha quando (come accaduto nel 1824), nessuno tra i candidati avendo attenuto la maggioranza degli Electors, non potendo il Collegio che li compone procedere alla nomina, la palla passi alla Camera dei Rappresentanti laddove secondo Costituzione nei previsti ballottaggi si voterà per Delegazioni contando i suffragi degli Stati tutti uno a prescindere dal numero dei loro abitanti.
Nell’ipotesi – guardando per farci capire alla composizione odierna dei cittadini locali – il peso della California (lo Stato maggiormente abitato) e quello del Wyoming (uno dei meno popolati) sarà il medesimo la qual cosa significa che un solo wyomingite conta quanto oltre settanta californiani!

(1) Uso spesso Executive Mansion in luogo di White House o Casa Bianca perché sostanzialmente fin dopo la ricostruzione della dimora del detentore del potere esecutivo (era stata bruciata il 24 agosto del 1814 dagli Inglesi nel momento peggiore per gli Americani della Guerra del 1812, evidentemente ancora in corso) Bianca non era chiamata.
Fra l’altro, è sbagliato, anche se in uso, parlare dei Presidenti tutti definendoli inquilini della Casa Bianca perché George Washington non vi mise piede (l’edificio fu inaugurato dal successore John Adams dopo il suo decesso) ed in quanto lo stesso Adams, Jefferson e Madison vivevano in una residenza non ancora così denominata.

28 gennaio 2024

Mitt Romney intendeva dare il buon esempio

Lo sapete, se Joe Biden fosse rieletto a novembre e portasse a compimento il secondo mandato lascerebbe la Executive Mansion a ottantasei anni e due mesi esatti (essendo nato il 20 novembre 1942 e terminando l’incarico il 20 gennaio 2029).
Se sullo scranno presidenziale tornasse Donald Trump (venuto al mondo il 14 giugno 1946), a quel momento conterebbe ottantadue anni e poco più di sette mesi.
È guardando a queste date e numeri che viene da convenire con quanto Mitt Romney – già candidato repubblicano sconfitto nel 2012 e attualmente Senatore per lo Utah – ebbe a chiedere ai due nel settembre scorso (“imitatemi, seguite il mio esempio”), annunciando a settantasei anni che non intende ricandidarsi al termine del corrente mandato.
E scrive queste righe una persona cui mancano meno di tre mesi per compiere ottant’anni!

28 gennaio 2024

Haley batterebbe Biden (se le fosse consentito) 

Secondo i sondaggi Nikki Haley batterebbe Joe Biden con un margine di otto punti mentre Donald Trump avrebbe la meglio per soli due ed essendo tre il margine d’errore di tali rilevazioni…
È questa una delle principali caratteristiche del voto negli Stati Uniti d’America quanto almeno alle Presidenziali.
Non è praticamente possibile arrivare al confronto finale se non ottenendo la Nomination di uno dei due partiti egemoni e può capitare, come nel caso, che il candidato con maggiori possibilità di vittoria non arrivi alla sfida decisiva perché non in grado di superare tra Caucus e Primarie il concorrente interno al proprio movimento.
Storicamente a tale costrizione ha tentato vivamente di opporsi nel 1912 l’ex Presidente Theodore Roosevelt che, avendo il partito repubblicano preferito alla Convention affidarsi all’uscente William Taft, si presentò alla testa di un movimento fondato per la circostanza.
Sconfisse Taft, ma dividendo l’elettorato permise al democratico Woodrow Wilson di approdare a White House.
Improbabile se non impossibile oggi che l’ex Governatrice possa correre autonomamente come terza ed ove lo facesse il beneficiario non potrebbe che essere Biden.

27 gennaio 2024

Cinquantasei tra Caucus e Primarie le tappe repubblicane prima della Convention

Strano, vero?, che essendo cinquanta gli Stati dell’Unione la campagna per ottenere la Nomination del Grand Old Party si articoli in ben cinquantasei tappe tra Caucus e Primarie.
È che oltre agli Stati hanno in questo ambito voce in capitolo anche il Distretto di Columbia, Porto Rico, i Territori della Samoa Americane, Guam, Marianne Settentrionali e Isole Vergini anch’esse Americane.
Probabile che, nel caso in cui Nikki Haley non riuscisse a prevalere (stando ai sondaggi così dovrebbe essere) in South Carolina, Donald Trump riesca a fare il pieno vincendo dappertutto.
Altrettanto – cinquantasei a zero! – fece in campo democratico nel 2000 Al Gore.
Salvo poi perdere, comunque e sia pure ottenendo la maggioranza dei voti popolari, le elezioni novembrine.

27 gennaio 2024

Tra Biden e Trump chi è più sgradito (!) agli americani?

Allora, al 25 gennaio i dati rilevati da FiveThirtyEight, il più affidabile sito web specializzato in sondaggi, quanto al gradimento o meno dei due principali candidati alla Presidenza sono assolutamente negativi.
L’operato del Presidente in carica è approvato solo dal 38,7 per cento degli elettori mentre il 55,6 in proposito disapprova.
Il tycoon è visto positivamente dal 42,9 e negativamente dal 51,8.
Dati impietosi che fanno venire alla mente quelli che riguardavano lo stesso Trump e Hillary Rodham Clinton, talmente invisi da far definire il 2016 “the Year of the Hated”, l’anno degli odiati!

26 gennaio 2024

Lincoln/Kennedy: parallelismi

Abramo Lincoln fu eletto per la prima volta al Congresso americano nel 1846.
John Kennedy fu eletto per la prima volta al Congresso americano nel 1946.
Lincoln fu eletto Presidente nel 1860.
Kennedy fu eletto Presidente nel 1960.
Sia la moglie di Lincoln che quella di Kennedy persero, a causa di un aborto, un figlio mentre i mariti erano alla Casa Bianca.
Sia l’attentato a Lincoln che quello a Kennedy ebbero luogo di venerdì.
Tutti e due furono colpiti alla testa.
Il segretario di Lincoln si chiamava Kennedy.
Il segretario di Kennedy si chiamava Lincoln.
Ambedue furono assassinati da un Sudista.
Tutti e due furono sostituiti da un Vice Presidente originario del Sud.
Ambedue i successori si chiamavano Johnson.
Andrew Johnson (successore di Lincoln) era nato nel 1808.
Lyndon Johnson (successore di Kennedy) era nato nel 1908.
Ambedue gli assassini avevano tre nomi: John Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald.
Booth (assassino di Lincoln) era nato nel 1839.
Oswald (assassino di Kennedy) era nato nel 1939.
Quindici in totale le lettere che compongono nomi e cognomi dei due assassini.
Il primo fu catturato in un magazzino, dopo che era fuggito da un teatro.
Il secondo fu catturato in un teatro, dopo che era scappato da un magazzino.
Booth e Oswald furono entrambi uccisi prima del processo.
Coincidenze?

26 gennaio 2024