Biden si farebbe strada tra gli elettori più anziani

Seguendo attentamente la stampa e le tv americane capita che a poche ore di distanza si leggano risultati di sondaggi, scenari, ipotesi non solo diversi, addirittura contrastanti.
Ecco comunque quanto al tema del titolo cosa riporta Axios:
“Sembra che il Presidente Biden stia facendo progressi tra gli elettori più anziani d’America e potrebbe diventare il primo democratico a vincere la relativa fascia demografica in oltre due decenni. Se gli attuali sondaggi dovessero dare esito positivo, l’elezione di novembre tra due candidati storicamente anziani sconvolgerebbe le ipotesi di lunga data su come votano gli americani. Lo staff di Biden sta tentando di suggellare il sostegno di un gruppo che vota costantemente a tassi più alti rispetto a qualsiasi altro spezzone demografico”.

15 giugno 2024

Il Democratic National Committee attacca Trump a Milwaukee

La verità è che aveva ragione Calvin Coolidge quando dettava la regola alla quale un candidato dovrebbe attenersi:
“Non dire mai nulla se non genericamente perché qualsiasi affermazione più specifica potrà essere usata contro di te e di quanto espresso ti sarà chiesta ragione!”
Mi viene alla mente l’antico Presidente leggendo che il DNC (Comitato Nazionale Democratico) sta esponendo cartelloni pubblicitari in dieci rioni di Milwaukee per illustrare il disprezzo di Donald Trump nei confronti della città che sarà luogo della Convenzione Nazionale Repubblicana il mese prossimo.
Stando a quanto viene sbandierato, Trump avrebbe usato il termine ‘orribile’ per descrivere la città durante il suo incontro a porte chiuse a Capitol Hill giovedì con i repubblicani della Camera.
Ricordo che a Milwaukee era ambientata la famosissima serie tv Happy Days.

14 giugno 2024

La Virginia è contesa?

“Teoricamente”, afferma il Wall Street Journal, “che la Virginia parteggi per Joe Biden non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione.
Lo Stato non ha sostenuto un repubblicano dai tempi di George W. Bush nel 2004. Ma i primi sondaggi che mostravano Trump in vantaggio rispetto al Presidente sono serviti da campanello d’allarme per i democratici della Virginia, che riconoscono le difficoltà di molti elettori insoddisfatti della leadership di Biden. I repubblicani d’altra parte affermano che se la Virginia è anche lontanamente sul tavolo Biden è in seri guai visti i problemi che ha negli Stati tradizionalmente campo di battaglia come Wisconsin, Michigan e Pennsylvania”.

14 giugno 2024

Biden perde gli influencer della generazione Z

Su TikTok, Instagram, YouTube e Twitch, la rabbia e il risentimento verso Biden stanno ribollendo tra i creatori di contenuti della generazione Z che affermano di sentirsi delusi e traditi dalle posizioni di Biden su una serie di questioni, tra cui la guerra a Gaza, la crisi climatica e la decisione di sostenere un potenziale divieto proprio di TikTok.
“La spaccatura”, continua il quotidiano, “è stata esacerbata dalla strategia in evoluzione della Casa Bianca di corteggiare influencer amichevoli escludendo altri che sono stati critici nei confronti dell’amministrazione”.

14 giugno 2024

La strada per Biden è quella della Rust Belt

Convenendo su quanto in queste pagine più volte affermato, NBC News scrive:
“Il percorso corretto verso la rielezione del Presidente Biden è stretto e si basa sugli stessi tre Stati che hanno dato a Donald Trump lo Studio Ovale nel 2016 e glielo hanno strappato nel 2020 – Pennsylvania, Michigan e Wisconsin – insieme a un voto elettorale unico che potrebbe provenire dal distretto congressuale del Nebraska con sede a Omaha. In altre parole, se Trump dovesse conquistare uno dei tre Stati della Rust Belt a novembre, probabilmente riconquisterebbe la Casa Bianca. A meno di cinque mesi dal giorno delle elezioni, costituiscono il vero campo di battaglia, secondo molti operatori di entrambi i partiti”.

‘Rust belt’, ‘Cintura’ della ruggine, composta da Stati nei quali la crisi economica del 2008 ha colpito in particolare l’industria facendo chiudere i capannoni mentre dentro i macchinari, appunto, arrugginiscono.

14 giugno 2024

Quando una Primaria di partito designa il futuro vincitore

Mitt Romney, da ultimo Senatore dello Utah, come già scritto, ha deciso di non riproporre la propria candidatura a novembre.
Quattro i contendenti nelle Primarie repubblicane (Romney è un GOP, ricorderete) e quasi certamente chi prevarrà tra loro nelle urne il prossimo 25 giugno siederà dal 3 gennaio 2025 nella Camera Alta federale.
È questo, difatti, un caso classico nel quale (per quanto non esistano previsioni certe al cento per cento) il partito concorrente, espletate a propria volta tutte le procedure, proporrà una alternativa praticamente senza speranza data la accertata prevalenza locale dei repubblicani.
(Per dare un’idea, nel 2018 Romney vinse con più del sessantadue per cento dei suffragi mentre la rivale democratica arrivò appena sopra il trenta).
Ovviamente, in Stati diversi esistono Primarie democratiche altrettanto decisive.

14 giugno 2024

I Libertariani del Colorado abbandonano il ticket nazionale

A quanto riferisce il Colorado Politics il locale Libertarian Party non ha intenzione di presentare i documenti necessari per inserire i candidati del partito nazionale nel ballottaggio per le elezioni nello Stato avendo concluso che il ticket non condivide i valori fondamentali del partito come colà intesi.
La situazione potrebbe cambiare se il candidato presidenziale Chase Oliver e il suo compagno di corsa, Mike ter Maat, mutassero le loro posizioni su numerose questioni.

14 giugno 2024

270towin Electoral Map

Ultimo aggiornamento:
Democratici 262 Elettori attribuiti
Repubblicani 230.
Essendo la maggioranza assoluta pari a 270 e ancora non attribuiti
Pennsylvania (19 Elettori)
Arizona (11)
Wisconsin (10)
(altresì il Nevada, 6, comunque non incidente).
Joe Biden ha tre combinazioni possibili per vincere dato che gli basta aggiungere a quelli in cascina anche uno solo tra i primi tre Stati elencati. Donald Trump ne ha una soltanto dovendo necessariamente prevalere in tutti e tre.

Ricordo che i sondaggi non prevedono l’esito rappresentando il presente non il futuro.

13 giugno 2024

Carissimi auguri, Donald!

Scrivendo di Donald Trump (che domani 14 giugno compie settantotto anni e che, dovesse vincere a novembre, il 20 gennaio 2025 rientrerebbe alla Casa Bianca a settantotto anni sette mesi e sei giorni), il politologo e saggista conservatore ‘no Trump’ Tom Nichols si è così espresso:
“Forse la magia più grande che Donald Trump abbia mai portato a compimento è stata convincere milioni di persone e i media americani a considerare il suo uso di fantasie e di parole senza senso come una normale e significativa forma di oratoria. Ma Trump non è una persona normale e i suoi discorsi non sono eventi politici normali. Per troppo tempo è riuscito a farla franca facendo in modo si pensasse che i suoi problemi emotivi fossero solo parte del fascino insolito di New York o l’espressione di un particolare entusiasmo per le esibizioni pubbliche. Trump è però ovviamente inadatto e c’è qualcosa di profondamente sbagliato in un mondo politico in cui gli è consentito fare quasi tutto, non importa quanto strano sia. Un mondo nel quale le sue uscite avranno quarantotto ore di copertura mediatica per poi suscitare un’alzata di spalle quasi si dicesse: ‘Un altro giorno, un altro sfogo di Trump a proposito di qualsiasi cosa gli passi per la mente!’ e via”.

13 giugno 2024

I repubblicani pensano che Trump sarà ancora migliore

Un sondaggio di Civiqs/DailyKos rileva che non solo il sessantacinque per cento dei repubblicani ritiene che Donald Trump sia un candidato presidenziale migliore nel 2024, ma che uno straordinario settantotto per cento (!!!) pensa che un suo secondo mandato sarebbe migliore del primo.
Questo mentre la recente presa di posizione di Biden per almeno contenere l’immigrazione non ha nei sondaggi affatto avuto l’effetto sperato.

13 giugno 2024