George Herbert Bush

La scheda.
Nato nel 1924 a Milton (Massachussets), militò da sempre tra le fila del GOP.
Esponente dell’ala di centro del partito, si candidò alle primarie del 1980, venendo tuttavia battuto da Ronald Reagan.
Divenuto suo Vicepresidente per entrambi i mandati, riuscì a vincere le presidenziali del 1988.
La sua politica estera si concentrò principalmente su due fattori: il colpo di grazia a una Urss già fortemente indebolita dai tempi di Reagan e la Guerra del Golfo contro Saddam Hussein.
All’inizio degli anni Novanta gli USA furono colpiti da una violenta crisi economica che costrinse Bush ad un aumento delle tasse (in evidente contraddizione con quanto promesso in campagna elettorale).
Ripresentatosi alle presidenziali del 1992, fu battuto dal giovane Governatore dell’Arkansas, Bill Clinton.

28 maggio 2024

I democratici per un maggiore impegno di Biden nell’economia

Secondo il Wall Street Journal “Il presidente Biden si trova ad affrontare le richieste da parte di democratici ansiosi di esprimere maggiore impegno nei confronti dell’inflazione e dei prezzi, mentre gli elettori continuano a respingere la retorica positiva del Presidente sull’economia.
Il pessimismo degli elettori”, prosegue l’autorevole organo di stampa, “sull’economia e la gestione della stessa da parte di Biden appaiono sempre più bloccati a poco più di cinque mesi dal giorno delle elezioni, con sondaggi che mostrano che molti elettori hanno una visione più rosea dell’economia prepandemica sotto l’ex presidente Donald Trump, il candidato repubblicano.
Le preoccupazioni democratiche crescono con l’inizio della stagione delle vacanze estive e Biden si sta preparando ad affrontare due viaggi all’estero a giugno dedicando così meno tempo alle questioni interne”.

27 maggio 2024

Trump esortato a scegliere il candidato alla Vicepresidenza

“Donald Trump sta ricevendo chiare sollecitazioni da un numero considerevole di dirigenti repubblicani ed anche da alcuni lealisti del MAGA (Make American Great Again, ovviamente) affinché scelga un compagno di corsa che possa attrarre gli incerti nel campo centrale dell’elettorato”, riferisce Politico.
“Alcuni vogliono addirittura che prenda in considerazione la rivale che ha pubblicamente escluso, Nikki Haley, la quale ha recentemente rivelato che voterà per lui.
E nel caso questo risultasse improponibile lo invitano a scegliere uno degli altri due ex avversari che contano sul medesimo fascino fuori dal MAGA: i Senatori Tim Scott, nero del South Carolina, e Marco Rubio, di origini cubane, della Florida”.

27 maggio 2024

Chase Oliver candidato del Libertarian Party

Ieri, al termine della Convention organizzata a Washington, il Libertarian Party ha selezionato l’ex aspirante al Senato della Georgia Chase Oliver quale proprio candidato presidenziale, respingendo le richieste di sostegno esposte durante il fine settimana sia da parte di Donald Trump che di Robert Kennedy Jr.
La selezione di Oliver, che si è descritto “armed and gay”, qualsiasi cosa intendesse dire, è arrivata il giorno dopo quello nel quale Trump aveva suggerito che sarebbe stato il miglior candidato per il partito, attirando un coro prolungato di fischi.
L’ex Presidente è stato ritenuto non idoneo per la nomina dal Partito Libertariano, mentre Kennedy è stato eliminato al primo turno nei ballottaggi ricevendo solo diciannove voti.

27 maggio 2024

‘Ohioans’ sette Presidenti, tutti repubblicani!

Lo sappiamo, dal dopoguerra (politicamente, un tempo infinito), l’Ohio – due sole eccezioni nel 1960 e nel 2020 – vota per il vincitore.
In parole povere, chi vince colà arriva a White House.
Il più classico ed affidabile ‘Swing State’.
È, peraltro, lo Stato con capitale Columbus giustamente definito ‘Modern Mother of Presidents’ (‘Modern’ per distinguerlo dalla Virginia, antica fucina di Capi dello Stato) avendone ‘prodotti’ sette.
Eccoli in ordine di insediamento:
Ulysses Grant
Rutherford Hayes
James Garfield
Benjamin Harrison
William McKinley
William Taft
Warren Harding.
Tutti raccolti in un ‘momento’ storico che partendo dal termine della Guerra di Secessione si protende fino ai primi Venti del Novecento.
E – incredibilmente? – tutti repubblicani.

27 maggio 2024

I Presidenti: Ronald Reagan

La scheda.
Nato nel 1911 a Tampico (Illinois), intraprese la carriera cinematografica, mantenendosi sempre comunque vicino al mondo politico.
Dapprima militante tra le fila del Partito Democratico, se ne staccò a seguito della sua svolta a sinistra, avvicinandosi ai repubblicani.
Nel 1966 divenne quindi Governatore della California per il Grand Old Party, rimanendo in carica sino al 1975.
L’anno successivo si candidò contro Gerald Ford alle primarie repubblicane ma venne sconfitto.
Nel 1980 si ripresentò, questa volta ottenendo la Nomination e sbaragliando il Presidente uscente Jimmy Carter alla General Election.
Durante il primo mandato, Reagan mise in atto una politica energicamente conservatrice: evitato un tentativo di assassinio, piegò i sindacati, attuò un profondo programma di liberalizzazioni e una forte diminuzione della pressione fiscale (la cosiddetta Reaganomics).
In politica estera, irrigidì notevolmente i rapporti con l’Unione Sovietica (ottenendo per questo il plauso della frangia neoconservatrice).
Rieletto per un secondo mandato nel 1984, rischiò di rimanere coinvolto nello scandalo Irangate e intraprese una politica maggiormente distensiva nei confronti dell’Urss, contribuendo simultaneamente al suo progressivo sgretolamento.
Scaduto il secondo quadriennio, si ritirò a vita privata.
Ammalatosi di Alzheimer, morì a Los Angeles in California nel 2004

27 maggio 2024

È davvero il Presidente l’unico funzionario eletto dai cittadini?

Accusato ai suoi tempi di avere eccessivamente esteso i compiti della Presidenza a scapito di quelli del Congresso applicando una politica personale indipendente e ‘nuova’ rispetto a quella dei predecessori, Andrew Jackson replicò che lui, in quanto eletto da tutti i cittadini, poteva essere considerato “l’avvocato del popolo”.
Non così i Senatori, all’epoca nominati dai Legislativi locali.
Non così i singoli Rappresentanti eletti ognuno nel proprio circoscritto Distretto.
Tutto teoricamente valido (anche dopo la riforma del 1913 che portò alla nomina da parte dei cittadini dei Senatori il cui riferimento era comunque lo Stato di appartenenza e non la Nazione).
Ma non è forse altrettanto vero che il Capo dello Stato USA è espressione non diretta ma mediata dagli Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni) del voto popolare?
E questo ancora più all’epoca (Jackson fu eletto nel 1828 e nel 1832) quando alcuni Stati facevano nominare i predetti Elettori anch’essi dai Legislativi?

27 maggio 2024

Trump criticato alla Convention del Libertarian Party

“Donald Trump si è scontrato con una folla insolitamente avversa alla Libertarian National Convention sabato sera, mentre il pubblico lo fischiava sonoramente e utilizzava apparecchi acustici per soffocare il suo discorso”, riferisce il Washington Post.
“Primo presidente attuale o precedente a parlare alla convention di terzi partiti, Trump ha fatto diverse importanti promesse ai presenti nella sala affollata e chiassosa, inclusa la garanzia che avrebbe nominato un libertariano nel suo gabinetto se eletto a novembre.
Ma il candidato repubblicano ha anche schernito il terzo partito che in genere ha raccolto circa l’uno/tre per cento dei voti nelle corse presidenziali, dicendo che dovrebbero nominarlo se vogliono vincere”.
Trump ha detto, mentre veniva fischiato ad alta voce: “Forse non volete vincere.
Continuate a ricevere il vostro tre per cento ogni quattro anni”.

26 maggio 2024

Della necessità di darsi un ordinamento costituzionale giusto

Fra i maggiormente attenti allo studio e alla elaborazione di una Carta costituzionale valida e in qualche modo, se possibile, perenne, John Adams fu in Europa per non poco tempo per conoscere le leggi fondamentali dei singoli Stati del vecchio continente e per ricavarne, se del caso, ispirazione.
Ecco un frammento di quanto scrisse nel mentre si discuteva sugli Articoli di Confederazione:
“Nello stato attuale della società e delle abitudini dell’America con una popolazione che vive soprattutto di agricoltura, in piccoli gruppi, sparsa su larghi tratti di territorio essa non è soggetta a quei moti di panico, a quelle eccitazioni, a quei contagi di follia e di furore ai quali si assiste nei Paesi in cui grossi nuclei vivono su poca terra, nel quotidiano timore di soggiacere al bisogno.
Noi sappiamo perciò che un popolo può vivere ed accrescersi sotto quasi tutte le forme di governo o anche senza avere affatto un governo.
E’ però di grande importanza il cominciare bene: un ordinamento sbagliato cui si dà ora vita avrà lontane gravi e grandi conseguenze e noi siamo ora impegnati, per quanto poco riusciamo a darcene pensiero, nell’istituire ordinamenti che riguardano la felicità di centinaia di milioni di uomini insieme in un tempo che non è molto lontano”.

26 maggio 2024

Ecco i partiti in competizione in meno di tre Stati

I dati relativi al ballot access al 25 maggio evidenziano – oltre ovviamente ai democratici e ai repubblicani ammessi al voto in tutti gli Stati più il Distretto di Columbia, ai componenti l’Unione che hanno ammesso Robert Kennedy jr (quindici più sei nei quali è possibile scrivere sulla scheda il nome di un candidato non originalmente compreso), a quelli dei più noti partiti alternativi quali il Libertariano (trentasei più cinque dei predetti), il Green (venti più otto), Constitution (dodici più otto) – casi davvero particolari.
L’American Solidarity Party è in corsa soltanto in Hawaii e Arkansas.
Il Prohibition Party solamente in Arkansas.
In attesa di chiarire le loro possibilità:
Peace and Freedom Party in California
Natural Law Party in Florida
Approval Voting Party in Colorado
Constitution Party of Oregon ovviamente in Oregon
Legal Marijuana Now Party in Nebraska
Green Party of Alaska in Alaska
Liberal Party USA in Massachusetts e New Mexico
Alliance Party in South Carolina e Alaska.

26 maggio 2024