Specificità delle Presidenziali del 2000

2000, le famose Presidenziali decise – relativamente alla attribuzione dei componenti il Collegio Elettorale cui spetta effettivamente la nomina del Presidente – deliberando a proposito della Florida, dalla Corte Suprema.
2000, le Presidenziali che hanno visto il voto popolare smentito dalla aggiudicazione dei predetti delegati visto che Al Gore perse prevalendo su base nazionale per circa mezzo milione di suffragi.
2000, le Presidenziali che vedono il candidato, George Walker Bush, che vince in trenta Stati, perdere per voti popolari dal rivale che ne conquista venti ai quali aggiunge il District of Columbia.
2000, le Presidenziali nelle quali i democratici propongono un candidato – Al Gore, ripeto – che si impone in ben cinquantasei tra Primarie e Caucus, benché naturalmente gli Stati siano cinquanta.
(Le votazioni interne si svolgono anche nel Distretto di Columbia, a Guam, Porto Rico, Samoa Americane, Isole Vergini Americane e tra gli Democratici all’estero).
2000, le ultime Presidenziali vinte da un Governatore (G. W. B. era alla guida del Texas).
2000, le ultime Presidenziali che hanno visto prevalere il figlio di un precedente Capo dello Stato (G. W. B. di G. Herbert W. B.)
2000, le ultime Presidenziali (per il vero, con le seguenti che videro imporsi lo stesso ticket) nelle quali il Vicepresidente eletto, Dick Cheney, non si candiderà successivamente per lo scranno più importante.

9 maggio 2024

Amarezza, delusione, contrarietà!

Il 20 gennaio 2017, giorno dell’insediamento, ebbi a suggerire a Donald Trump di dichiarare nel discorso inaugurale che avrebbe esercitato un solo mandato.
A mio modo di vedere, così facendo gli sarebbe stato possibile governare più liberamente avendo assicurato ai molti determinati nemici altresì interni al Grand Old Party che si erano palesati nel corso della burrascosa a dir poco campagna elettorale un relativamente prossimo libero campo.
Sopravvissuto bene o male che il tycoon fu al primo biennio in ragione del fatto che i repubblicani avevano nel mentre la maggioranza alla Camera, allorquando i democratici, dopo le Mid Term del 2018, presero colà il sopravvento, facile profeta, previdi che sarebbe andato incontro alla richiesta da parte del consesso dell’Impeachment (poi, ad abundantiam, replicata), azione questa politicamente infine comprensibile ma deprecabile perché, fra l’altro essendo impossibile nel contesto una condanna ad opera del Senato giudicante, degradava l’istituto riducendolo a semplice ammennicolo.
È da quel momento in poi che lo scadimento ha si può affermare pervaso la vita politica americana.
Sappiamo bene dei condannabili comportamenti per il vero di entrambi gli schieramenti.
Assolutamente evidenti quelli di Donald Trump ovviamente enfatizzati dai rivali.
Parzialmente celati quelli di parte democratica.
E siamo oramai a vivere una campagna elettorale di pessimo gusto, davvero amara, nella quale l’arma ideale ed ideologica che dovrebbe condurla soggiace assolutamente prevalenti essendo inquisizioni e processi il cui sapore politico per quanto dai media nascosto si manifesta ad ogni sospiro.
È con animo triste che, amante quale sono della originale purezza dell’intera procedura assisto.
È per questo stato d’animo che nelle cronache che quotidianamente scrivo per italiausa.org, sito della Fondazione della quale sono presidente onorario, dei processi che vedono alla sbarra Trump come delle converse accuse rivolte a Biden cerco di non occuparmi.
Certo, contrapposizioni feroci il passato storico istituzionale propone eccome, mai comunque tanto esasperate ed eticamente devastanti.
Chissà se arrivare più o meno vivi al 5 novembre basterà?

8 maggio 2024

I poteri del Presidente e del Congresso in caso di guerra

Il 25 giugno del 1950 la Corea del Nord Comunista attaccò la Repubblica della Corea del Sud.
L’ONU condannò l’invasione e con una votazione del Consiglio di Sicurezza conclusa con nove voti favorevoli e nessuno contrario convocò i propri membri per andare in aiuto della Corea aggredita.
(Come mai, per inciso, l’Unione Sovietica, alleata e sostenitrice della Corea del Nord, non oppose il veto alla delibera che dava il via all’intervento militare, fra le altre Nazioni, degli Stati Uniti?
Semplicemente perché sei mesi prima aveva abbandonato il predetto Consiglio di Sicurezza a seguito del rifiuto opposto alla sua richiesta di garantire un seggio nel consesso alla Cina Comunista).
Quel che conta ai fini della storia americana è quanto occorse in seguito.
Il Presidente Harry Truman, senza chiedere al Congresso la Dichiarazione di Guerra, autorizzò lo schieramento di truppe USA in Corea e inviò la VII Flotta a proteggere Taiwan.
Era la prima volta che gli Stati Uniti entravano in un conflitto senza seguire le disposizioni costituzionali procedurali in merito.
Essendo l’esempio di Truman dipoi seguito da altri Presidenti in occasione di successive crisi, occorse meglio regolamentare la materia.
Lo si fece il 7 novembre 1973 adottando – dopo votazioni congressuali, veto presidenziale e successivo ‘Override – la ‘War Powers Resolution’ che concerne, illustra e determina i poteri del Congresso e del Capo dello Stato appunto in caso di guerra.

8 maggio 2024

Personalità di rilievo: Andrew William Mellon

Elezioni presidenziali del 1920.
Un Paese oramai stanco è pronto alla normalità.
La guerra e i democratici vanno messi in soffitta, vanno dimenticati.
Non è forse vero che un qualunque candidato GOP sarebbe stato in grado di vincere, ma Warren Harding certamente sì.
Bell’uomo gradito alle signore, amico di tutti, pacche sulle spalle e pokerini, bicchierate, ha il vantaggio di non avere mai preso posizione sui temi forti della politica.
Vince praticamente senza fare campagna.
Qualche chiacchierata senza impegno e senza contenuti con i giornalisti sotto il portico di casa basta e avanza.
Per fare solo un esempio guardando al tema allora maggiormente discusso, i rivali democratici James Cox e Franklin Delano Roosevelt, qui in corsa come Vice, si dichiarano a favore della Società delle Nazioni?
E lui, in proposito, zitto come del resto gli aveva suggerito con espressioni non particolarmente lusinghiere il Senatore repubblicano Boise Pennrose che temeva invece si lasciasse andare.
In carica dal 4 marzo del 1921, mette insieme un governo con fiocchi e controfiocchi chiamando i migliori tra gli americani a farne parte.
Tra gli altri, Andrew William Mellon – da allora e fino al 1932 Segretario al Tesoro – il terzo uomo più ricco del Paese con interessi nelle banche, nell’alluminio e nel petrolio, un vero magnate.
Ecco – meglio non si potrebbe fare – quanto scrive a proposito di Mellon e delle sue idee in campo economico Michael Parrish.
“In lui gli americani trovarono un Ministro molto ben disposto, per il quale ogni forma di tassazione progressiva costituiva un vero e proprio abominio economico e morale, in quanto scoraggiava i ricchi, scoraggiava l’iniziativa e impediva la crescita economica.
Secondo lui, infatti, i lavoratori e i consumatori avevano tutto da guadagnare se ai ricchi restava una parte più grande di quanto producevano perché ci sarebbero stati più investimenti e posti di lavoro e sarebbero diminuiti i prezzi”.
I suoi critici, numerosissimi tra i democratici, lo dileggiarono dicendo che la sua teoria voleva far ingrassare i passeri dando da mangiare ai cavalli.
Per quanto non si possa non tenere conto del fatto che è appunto con Mellon al Tesoro – ma non certamente per sua responsabilità – che l’America precipiterà nella Grande Depressione, resta magistrale e ancora attualissima la sua dottrina

8 maggio 2024

I Presidenti: James Garfield

La scheda.
Nato nel 1831 a Cleveland (Ohio), intraprese la carriera politica entrando nel Congresso, per candidarsi nel 1880 alla Presidenza con il Partito Repubblicano.
Insediatosi nel 1881, dopo pochi mesi venne assassinato dall’avvocato Charles Guiteau, il quale si era visto negare una nomina nel corpo diplomatico come ricompensa per aver tenuto – a suo dire – un discorso a favore di Garfield in campagna elettorale.

8 maggio 2024

I giovani elettori non danno credito a Biden per due ragioni

Secondo il Los Angeles Times: “Molti giovani elettori non sanno molto della posizione di Biden a proposito della situazione climatica e molti degli attivisti che hanno contribuito ad alimentarne la vittoria nel 2020 sono arrabbiati per l’approvazione da parte sua di un progetto di trivellazione di alto profilo in Alaska.
Altresì, per la sua risposta al conflitto in corso tra Israele ed Hamas”.

8 maggio 2024

Il Minnesota 12 volte democratico verso il partito di Trump?

1972: il Presidente in carica Richard Nixon, repubblicano, in cerca di conferma, vince le elezioni con larghissimo margine e conquista la bellezza di quarantanove Stati tra i quali il Minnesota.
La vittoria del Grand Old Party a Saint Paul, Minneapolis, Duluth eccetera è memorabile perché dal successivo 1976, colà, si è sempre affermato – dodici le occasioni consecutive, compresa quella datata 1984 quando fu l’unico membro dell’Unione a resistere a Ronald Reagan – il candidato democratico.
La qual cosa significa che Donald Trump in Minnesota ha perso sia nel 2016 (di poco invero), che nel 2020, (nettamente).
Stando così le cose, può meravigliare apprendere dalla Minnesota Public Radio che l’ex Presidente intenda tornare da quelle parti a fare campagna elettorale per la terza volta.
Di tutta evidenza, il tycoon è convinto – lo ha del resto comunicato a sostenitori e sponsor – di avere fondate speranze di riuscire a conquistare i dieci componenti il Collegio che effettivamente nomina l’inquilino della Casa Bianca ai quali lo Stato ha diritto.
E in quella che ad oggi sembra delinearsi come una campagna destinata a chiudersi in stretta volata…

8 maggio 2024

Kevin Spacey sostiene Robert Kennedy Jr

Kevin Spacey ha espresso il suo sostegno a Robert F. Kennedy Jr.:
“Quando il mondo mi ha voltato le spalle, Bobby mi h appoggiato” ha dichiarato l’attore due volte premio Oscar.

7 maggio 2024

L’ex candidato alla Nomination Bernie Sanders si ricandida al Senato

Bernie Sanders non molla. Nonostante negli Stati Uniti da mesi ci sia un dibattito sull’età eccessivamente avanzata dei principali politici, tra cui i due candidati alla Casa Bianca, l’ottantaduenne senatore del Vermont ha annunciato che si ricandiderà nel suo Vermont.
Molto popolare tra i giovani americani di sinistra, Sanders ha corso per le primarie in campo democratico nel 2016 – dando parecchio filo da torcere a Hillary Clinton alla fine nominata – e nel 2020.
Nelle ultime settimane è stato molto critico nei confronti del sostegno dell’amministrazione Biden a Israele, denunciando il “disastro umanitario” a Gaza e le “politiche atroci” – sue le due espressioni riportate – del premier Benyamin Netanyahu.

7 maggio 2024

I Presidenti: Rutherford Hayes

La scheda.
Nato nel 1822 a Delaware (Ohio), partecipò alla Guerra di Secessione nell’esercito nordista e militò nelle fila del Partito Repubblicano.
Dapprima membro del Congresso e poi Governatore dell’Ohio, si candidò alle presidenziali del 1876.
In una contesa assai serrata, arrivò in sostanziale parità con il democratico Tilden.
Il Congresso fu allora chiamato a pronunciarsi: e, essendo a maggioranza repubblicana, favorì Hayes.
In cambio quest’ultimo avviò un processo di smilitarizzazione del Sud, che favorì tuttavia negli Stati meridionali l’ascesa di politici democratici smaccatamente razzisti (fu in questi anni che vide d’altronde la luce la segregazione razziale).
Hayes promosse poi la colonizzazione dell’Ovest, usando letteralmente il pugno di ferro con i pellerossa, sottoponendoli a massicce deportazioni.
Fortemente favorevole ad una politica di innovazione tecnico-industriale, la sua amministrazione fu inoltre caratterizzata da scioperi operai che vennero duramente repressi attraverso l’impiego delle truppe federali.
Terminato il mandato, decise di non candidarsi alle elezioni del 1880.
Si ritirò a vita privata e morì nel 1893 a Fremont, in Ohio.

7 maggio 2024