Crollo di Wall Street? Tutta colpa di Herbert Hoover!

Elezioni presidenziali del 1932.
Si avvicina il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre, esattamente il giorno 8, quello fissato per le votazioni.
Il Presidente uscente, Herbert Hoover, è talmente impopolare che gli autostoppisti per costringere le auto a fermarsi e a caricarli esibiscono cartelli con la scritta “se non mi date un passaggio, voto Hoover!”

Broadway, seconda metà degli anni Settanta del Novecento.
In scena il musical di grande successo ‘Annie’, musica Charles Strouse e parole di Martin Charnin.
La storia è ambientata nel pieno della depressione conseguente al crollo di Wall Street.
In una scena, un gruppo di senzatetto e di barboni si stringono intorno ai fuochi accesi nei bidoni per le immondizie per cuocere qualcosa e per riscaldarsi.
In coro, cantano ‘We’d Like to Thank You, Herbert Hoover’ che recita:
“Oggi viviamo in una baracca,
oggi frughiamo dovunque per trovare da mangiare,
oggi rubo il carbone per il fuoco,
chi lo sapeva che sarei stato capace di rubare?
Un tempo svernavo ai tropici
Passavo le estati al mare…
Vorremmo ringraziarti Herbert Hoover ,
per averci guidati tanto bene…
Verme schifoso, burocrate,
è grazie a te che ora siamo quello che siamo!”
Ecco come e in qual modo era considerato il Presidente in carica ai tempi delle elezioni che lo videro perdere da Franklin Delano Roosevelt.
(E il fatto che, ciò malgrado, gli sia riuscito di catturare nell’occasione oltre quindici milioni e settecentomila voti sa del miracoloso).
Ecco come e in qual modo a distanza di oltre quarant’anni lo considerassero i più.

19 maggio 2024

Robert Kennedy Jr. è un vero jolly

Non è esattamente chiaro a chi fra Biden e Trump provochi maggior danno elettoralmente parlando Robert Kennedy, soprattutto a causa del suo eclettico mix di sostenitori.
La maggior parte dei sondaggi condotti negli Stati di incerta attribuzione e a livello nazionale mostrano che Kennedy ottiene un sostegno leggermente maggiore tra i seguaci di Trump, ma in Arizona una recente rilevazione del Wall Street Journal ha concluso che abbia conquistato equamente elettori da entrambe le parti.

19 maggio 2024

Gesù è il loro Salvatore, Trump è il loro candidato

Secondo l’Associated Press: “Mentre Donald Trump introduce sempre più elementi cristiani nella campagna elettorale, mentre si avvicina a una terza nomina presidenziale
repubblicana, il sostegno che ottiene è più forte che mai tra gli evangelici e gli altri cristiani conservatori”.
La stessa agenzia informa che “un seguace del tycoon ha detto: ‘Trump è un sostenitore di Gesù, e senza Gesù l’America cadrà’”e che “molte delle magliette e dei cappelli indossati e venduti alla manifestazione organizzata a marzo proclamavano slogan religiosi come ‘Gesù è il mio salvatore, Trump è il mio presidente’ e ‘Dio, armi e Trump’.
La maglietta di un uomo recitava: ‘Make America Godly Again’, con l’immagine di un Gesù luminoso che mette le sue mani solidali sulle spalle di Trump”.
Concludendo “molti partecipanti hanno affermato nelle interviste di ritenere che Trump condivide la loro fede e i loro valori cristiani.
Molti altri hanno citato la propria opposizione all’aborto e ai diritti LGBTQ+, in particolare alle espressioni transgender”.

19 maggio 2024

L’American Israel Public Affairs Committee e la campagna elettorale

Il più importante gruppo filo israeliano americano, AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), ha promesso di investire parecchie decine di milioni di dollari nelle elezioni in corso a livello congressuale attaccando alcuni candidati e favorendone altri.
Questo a condizione che non si parli di Israele nella sua odierna specificità.
Tema emergente solo in una ristretta manciata di votazioni favorevoli ai repubblicani e in nessuna riguardante i democratici!

18 maggio 2024

La spinta di Biden per conquistare gli elettori neri inizia ora

“Il presidente Biden corteggia gli elettori neri questo fine settimana in una raffica di eventi di alto profilo, nel tentativo di recuperare il sostegno di un blocco elettorale un tempo affidabile che ora mostra una mancanza di entusiasmo”, riferisce il Wall Street Journal.
“L’evento principale consiste nel discorso di apertura che terrà domenica al Morehouse College, il prestigioso college storicamente nero, tutto maschile e alma mater del Dr. Martin Luther King Jr.. Dopo, il Presidente volerà a Detroit per parlare ad una grande cena della National Association for the Advancement of Colored People.

18 maggio 2024

Qualche particolare ragione per ricordare Martin Van Buren

Al di là della sua comunque importante attività politica, c’è un buon motivo per ricordare Martin Van Buren: se non fosse esistito, l’espressione ‘ok’, che è l’americanismo più diffuso nel mondo, probabilmente non avrebbe mai visto la luce.
Fatto è che nel 1840 i suoi sostenitori, puntando alla conferma (poi mancata perché venne defenestrato da William Harrison) alla Presidenza, fondarono un comitato per la rielezione che, prendendo spunto dal soprannome con il quale era noto (‘il mago di Kinderhook’, dal villaggio d’origine nello Stato di New York), si chiamò ‘Old Kinderhook Club’ o, più brevemente ‘OK Club’.
L’espressione ebbe subito enorme successo e fu interpretata altresì come una abbreviazione di ‘oll korrect’ che era, vuole il caso, una deformazione scherzosa che da un paio d’anni si usava a Boston in luogo di ‘all correct’ e cioè ‘tutto bene’.
Con il trascorrere dei decenni, dimenticata l’origine ‘politica’, il modo di dire entrò a far parte del linguaggio comune in tutto il mondo, tanto che nel 1932, alla Conferenza delle telecomunicazioni di Madrid fu riconosciuto come ‘segnale internazionale’.
Per finire, Van Buren va ricordato anche per una differente particolarità: si chiamava, infatti, in suo onore, Martin Van Buren Bates il gigante americano alto all’incirca duecentoventi centimetri che il 18 giugno 1871, a Londra, sposò la canadese Anna Hanen Swan, la quale lo superava abbondantemente in stazza.
Fu quello ‘il più alto matrimonio della storia’!

18 maggio 2024

Adams chiese a Jefferson di scrivere la Dichiarazione di Indipendenza

Scelto con Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, Roger Sherman e Robert Livingstone per redigere il documento in seguito noto come la Dichiarazione di indipendenza, John Adams propose che l’ispiratore e alla fine l’estensore del testo fosse Jefferson.
Avrebbe detto al futuro terzo Presidente:
“Lo farete voi.
In primo luogo, siete un virginiano ed è un virginiano che deve sbrigare questa faccenda.
In secondo luogo, io sono antipatico, sospetto e impopolare, mentre voi siete esattamente il contrario.
In terzo luogo, scrivete dieci volte meglio di me”.

18 maggio 2024

I Presidenti: Herbert Hoover

La scheda.
Nato nel 1874 a West Branch (Iowa), fu Segretario al Commercio sotto Coolidge.
Si presentò alle elezioni presidenziali del 1928, riuscendo a vincerle.
Con lo scoppio della crisi economica del ’29, si dimostrò incapace di fronteggiarla.
Rifiutò un intervento statale a favore di società e imprese, essendo fermamente contrario ad ogni ingerenza dello Stato in economia.
Tentò senza troppo successo di incrementare le esportazioni statunitensi.
In politica estera mantenne una linea sostanzialmente isolazionista.
Divenuto fortemente impopolare, venne spazzato via dal democratico F. D. Roosevelt in occasione della campagna elettorale del 1932.
Non abbandonò comunque la vita politica, ottenendo anche ruoli rilevanti sotto l’amministrazione Truman.
Morì nel 1964 a New York.

18 maggio 2024

Biden guida su Trump per numero di donatori

Joe Biden potrebbe essere in difficoltà nei sondaggi nazionali, ma recentemente ha superato Donald Trump in almeno in un aspetto importante: il numero totale di donatori che hanno contribuito alla sua campagna.
Un dato che è spesso visto come un indicatore dell’impegno a favore degli elettori.
“In gran parte del Paese”, scrive il 16 maggio il New York Times, “Trump ha meno donatori rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre Biden ne ha di più.
Mappe dettagliate riferite ai luoghi nei quali le persone hanno donato alle campagne di Trump e Biden nel 2024 e nel 2020 mostrano che il Presidente sta sovraperformando e che Trump sta sottoperformando in molti degli Stati incerti, campo di battaglia”.

18 maggio 2024

A Trump non dispiacerebbe che Kennedy fosse presente nel dibattito 

Donald Trump ha affermato che non avrebbe nessun problema a condividere la fase del dibattito con Robert Kennedy Jr se il candidato presidenziale indipendente avesse raggiunto la soglia di voto e il quindici per cento dei sondaggi.
L’ex Presidente ha difatti detto: “Non avrei difficoltà se ottenesse, qualunque sia, la soglia.
Ma è molto basso e sembra andare nella direzione opposta, nella direzione sbagliata”.

17 maggio 2024